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Gentiloni presidente Pd in pectore Il segretario gela le correnti interne

Spente sul nascere le trattative: donne e giovani nei ruoli chiave

Gentiloni presidente Pd in pectore Il segretario gela le correnti interne

Roma La cesura più simbolica sarà quella con la sede storica del Nazareno: il Pd si trasferirà entro l'anno, e fuori dal centro storico di Roma: le ricerche sono appena iniziate, si guarda nelle zone «popolari» attorno alle principali stazioni di Roma. La scelta, in verità, è più pratica che sentimentale: è urgente tagliare i costi della macchina, e il palazzetto a due passi dalla Fontana di Trevi, con la spettacolare terrazza su Roma dove Matteo Renzi festeggiò la vittoria alle primarie, costa molto, oltre ad essere legato ad una stagione che si vuole chiudere.

Se ne parlerà comunque solo dopo l'assemblea nazionale, quando Nicola Zingaretti sarà ufficialmente incoronato segretario e darà il via al turn over interno. Il primo passo, già noto, sarà l'elezione di Paolo Gentiloni a presidente del Pd, nonché potenziale candidato premier in caso di elezioni ravvicinate (che Zingaretti non auspica, nonostante si dica pronto: ha bisogno di tempo per «rilanciare il marchio Pd», come dicono i suoi). Intanto il nuovo leader lavora alla squadra, una segreteria in cui vuole «donne e giovani», un binomio che tira sempre in politica, ma anche «vicina al territorio» (altra formula sempreverde). Quindi ne faranno parte i nuovi segretari regionali, da Nord a Sud: un modo per ridare centralità al partito e ai suoi terminali nel Paese, dopo gli anni del «centralismo» romano-fiorentino di Renzi. Ma anche un modo per divincolarsi dalla morsa delle correnti che già erano impelagate in frenetiche trattative per far entrare nell'organismo direttivo questo o quello dei loro uomini (o donne, o giovani). E che ora sono piuttosto spiazzate. Il tesoriere «senza tesoro», come ha tenuto a precisare, sarà l'ex capogruppo al Senato Zanda.

La componente renziana, secondo i calcoli post-primarie, si aggirerà attorno al 20% negli organismi, dalla Assemblea nazionale alla direzione: poco per avere un peso effettivo, soprattutto nella fase della «luna di miele» del nuovo corso. E infatti Renzi manda messaggi di pace: «Al nuovo centravanti Zingaretti è importante che le pedate non le tirino i nostri, come è accaduto a me». Ma dietro le quinte i renziani premono per ampliare la loro rappresentanza attraverso i gruppi parlamentari, dove l'ex segretario è ancora forte. Tanto da far ipotizzare un rinvio dell'assemblea. Il nuovo segretario, coi suoi modi soft, sta cercando di levare all'ex premier lo spazio politico più «moderato», evitando di spostare il partito troppo a sinistra: la prima uscita sulla Tav era un segnale chiaro. E il sondaggio Swg di ieri lo incoraggia: il Pd risale al 20%, a un punto e mezzo da M5s.

LCes

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