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Gli abusi edilizi di Bagheria e la doppia morale del M5S

Città nel caos: sospetti pure sui parenti del sindaco

Gli abusi edilizi di Bagheria e la doppia morale del M5S

In un cittadina dove le domande di sanatoria per la casa sono 8mila su 55mila abitanti, ossia, escludendo i bambini, quasi una a famiglia, mettere mano all'abusivismo edilizio potrebbe essere un boomerang olimpico. È difficile che il paladino di turno non abbia un cugino, o uno zio, con pratica di sanatoria presentata. E infatti. A Bagheria, paesone in espansione senza freni al ritmo di 500 abitanti l'anno dell'area metropolitana di Palermo, il sindaco, Patrizio Cinque, del Movimento Cinque stelle, in sella dal 2014, ha voluto buttarsi a capofitto nel termitaio. Accordo con la Procura per rendere esecutive le sentenze di demolizione, polso di ferro e coraggio. Ma ad aprile la Procura snocciola i numeri. Le case da abbattere non sono qualche decina, ma ben 600, un rastrellamento, tutte abusive con sentenza passata in giudicato. Il paese si mobilita. Si costituisce il comitato «Salviamo le case abusive» e da qui nei giorni scorsi parte una lettera indirizzata dalla Procura della Repubblica di Palermo. Gli scriventi lamentano di sentirsi «discriminati»: in un paese dove quasi tutti sono abusivi, perché la ruspa si aziona solo contro di noi? Abusivi di serie B. E allegano l'elenco che fa tremare la cittadina patria di artisti come Renato Guttuso, il fotografo Ferdinando Scianna, Dacia Maraini: «Come mai non viene fatta l'ordinanza per la casa tutta abusiva del cognato del sindaco? Come mai non si va a verbalizzare la casa della sorella?». E via di questo passo, con l'inserimento anche dei nomi di consiglieri grillini: «Alba Aiello, Francesco d'Anna, Francesco Paladino», con mura domestiche, l'accusa, a meno di 150 metri dal mare. Il sindaco della ruspa ha parenti e colleghi sospetti abusivi?

Bagheria è nel caos. I conflitti di interesse erano già stati sollevati a febbraio, quando la redazione delle Iene aveva chiesto conto a Cinque dell'abitazione del padre, che il sindaco aveva garantito sanata, salvo poi rettificare. La scoperta di un altro abuso legato alla giunta aveva portato l'assessore all'Urbanistica Luca Tripoli a dimettersi. La campagna demolitrice dei grillini in una cittadina dove il cemento si è espanso senza criterio, Comune laboratorio per il M5S in una regione a gradimento stellato in impennata, è quindi ora clamorosamente ferma. Patrizio Cinque, 31 anni, apprezzato per un buon lavoro di ripulitura della città dall'immondizia, è costretto a un'autodifesa via stampa e via Facebook. «I promotori del comitato ha chiarito sono responsabili di abusi recentissimi e questa azione non ci fermerà. Come non ci fermerà dal continuare anche con le case di esponenti politici, siano essi del M5s siano essi di altri partiti, cosa ovviamente possibile vista la mole di immobili abusivi». Dal Comune si aggiunge poi che i consiglieri comunali non hanno case a meno di 150 metri dalla costa. E l'abitazione del fratello del sindaco «è stata acquistata con un mutuo».

Un atteggiamento completamente «incoerente», attaccano le opposizioni, che portano il caso anche in sede nazionale. «È una vicenda paradossale commenta la deputata di Forza Italia Gabriella Giammanco, bagherese gli esponenti dei cinque stelle si stanno rivelando nelle amministrazioni che guidano giustizialisti a corrente alternata, maestri di una doppia morale. E un sindaco, inoltre, non può fare solo lo sceriffo. Bagheria, dopo 15 anni di amministrazione di centrosinistra, si è ampliata sempre di più senza un vero piano regolatore».

Specchio della Sicilia.

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