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Abuso d'ufficio all'Asl Indagato l'ad Consip che ha inguaiato Lotti

Il testimone chiave Marroni coinvolto in un caso del 2012

Abuso d'ufficio all'Asl Indagato l'ad Consip che ha inguaiato Lotti

Tanto tuonò che piovve. Anche l'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, testimone chiave nell'inchiesta sul maxi appalto della centrale di acquisto della pubblica amministrazione che coinvolge anche il ministro Luca Lotti e il padre dell'ex premier Tiziano Renzi, è finito nella rete dei pm ed ora è indagato a Firenze per abuso d'ufficio.

Ma il Consip non c'entra niente. Per ora. La vicenda che lo riguarda risale, infatti, al 2012, quando il manager caro al governatore della Toscana Enrico Rossi, era direttore della Asl 10 di Firenze, e riguarda un contratto di collaborazione stipulato con un dirigente appena andato in pensione. La legge vieta alle pubbliche amministrazioni di stipulare contratti con ex dipendenti prepensionati, ma i vertici dell'azienda sanitaria firmarono comunque la delibera che consentiva al professionista di continuare a lavorare con incarichi annuali occupandosi della verifica agli impianti degli ascensori. La retribuzione è arrivata fino a 41mila euro l'anno. La collaborazione fu però «interamente finanziata con le maggiori entrate da parte dei soggetti privati, derivanti dall'incremento del numero di prestazioni di verifica degli ascensori». Ma una legge del 1994 vieta di stipulare contratti con ex dipendenti prepensionati.

Tra gli indagati anche l'ex direttore sanitario Piero Tosi (oggi direttore generale dell'azienda ospedaliera di Siena), l'ex direttore amministrativo Niccolò Pestelli (attualmente direttore generale della centrale di acquisto regionale Estar), l'allora capo del dipartimento di prevenzione Giuseppe Petrioli e il dirigente del settore verifiche impianti Daniele Novelli. Tutti questi soggetti hanno già ricevuto un invito a comparire davanti ai magistrati fiorentini nei prossimi giorni.

E Giovanni Donzelli, coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Toscana di Fratelli d'Italia, ha commentato la notizia con una nota in cui scrive che «Luigi Marroni è pericoloso e non può rimanere un minuto di più sulla poltrona di amministratore delegato della centrale acquisti della pubblica amministrazione, il Pd e il governo decidano immediatamente la sua rimozione». Donzelli, che da anni denuncia la «malagestione» di Marroni nei vari incarichi che ha ricoperto negli anni, da quando era direttore della Asl 10 di Firenze ad assessore regionale alla Sanità con Rossi, sottolinea come sia «incredibile che, nonostante il coinvolgimento in numerose inchieste da parte di esponenti di prim'ordine del governo, parenti e amici di Matteo Renzi, tutti gli attori siano rimasti al loro posto».

Che ci vuoi fare, poteri del Giglio magico.

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