Cronache

Accoltella due carabinieri Libero in meno di 24 ore

Spacciatore libico arrestato giovedì. Ma venerdì il pm lo ha scarcerato. Ora è già uccel di bosco

Accoltella due carabinieri Libero in meno di 24 ore

Sul fronte sicurezza, in Italia, tutti reclamano la fantomatica «certezza della pena». Che, tradotto dal giuridichese, significa: se uno è condannato - mettiamo a 5 anni di galera - è giusto che si faccia 5 anni di carcere.

Ma questo è un Paese strano, dove appena uno entra in cella, ecco subito che (magari in base alle simpatie e agli opportunismi di parte) spunta l'immancabile «movimento d'opinione», pronto a reclama nell'ordine: scarcerazione, trasferimento in comunità o ai servizi sociali e, infine, libertà.

Ma quella che stiamo per raccontarvi è una vicenda che va al di là. Si tratta infatti di un caso di assoluta «non» certezza, non solo della pena, ma neppure della condanna.

Titolo di ieri sulla versione online del Mattino di Padova : «Subito scarcerato il libico che ha accoltellato due carabinieri»; sommario: «Il giudice ha disposto solo il divieto di dimora a Padova. Aveva ferito due uomini dell'Arma mentre stavano arrestandolo per spaccio di droga». Ciò significa che, già questa mattina, l'accoltellatore libico chissà dove sarà fuggito. Riacciuffarlo sarà impossibile. Per la giustizia un autogol clamoroso.

Ma andiamo alla cronaca, così come riportata dal quotidiano padovano. Giovedì sera a Padova, Imed Khannoussi, 35 anni, libico, pregiudicato e senza fissa dimora, stava spacciando nella sua zona di «competenza». Due carabinieri lo colgono in flagranza di reato. Si avvicinano. Gli intimano di alzare le mani. Ma lui, Imed, le mani le mette subito al coltello avventandosi sui militari. Uno si è ritrovato con dieci punti di sutura su una mano e una prognosi di venti giorni; l'altro una ferita a una gamba e quindici giorni di prognosi.

L'uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e pure tentato omicidio, ed è stato portato direttamente al carcere «Due Palazzi». Da dove è però uscito, libero, in meno di 24 ore. Il giudice che è venerdì è andato in carcere ad interrogarlo, ha deciso infatti per la scarcerazione: unico provvedimento a suo carico, il divieto di dimora nel Comune di Padova. Divieto che il libico è stato subito ben felice di rispettare. Facendo perdere le sue tracce. In attesa di un giudizio che, nella migliore delle ipotesi, si svolgerà, chissà, in contumacia.

Ai due carabinieri feriti non resta che l'amaro ricordo di quel giovedì sera, quando, verso le 22.30, in borghese, stavano girando in auto per via Tonzig. Il libico, fa loro un tipico cenno come a dire: «Ho roba da vendere. Vi interessa?». Ai carabinieri «interessa», eccome. I militari fingono di essere clienti, uno dei due lo segue e lo spacciatore fa vedere l'involucro con la cocaina. A quel punto scatta la trappola. Il militare gli blocca una mano ma con l'altra Imed Khannoussi impugna un coltello. Ferisce al polso il carabiniere: il collega scende dall'auto, accorre ma viene raggiunto da un'altra coltellata alla gamba. Poi i tre cadono a terra, e la lama ferisce il primo carabiniere all'altezza dei reni.

Gianni Pitzianti, segretario nazionale del Cocer (Consiglio centrale di rappresentanza delle Forze armate), è preoccupatissimo: «Noi siamo vicini ai colleghi che sono stati feriti. E siamo anche esterrefatti dalla estrema facilità con cui l'aggressore è stato rimesso in libertà. Dopo che gli erano stati contestati i reati di lesioni e tentato omicidio. Questo non fa bene né agli operatori di polizia né all'opinione pubblica. È un messaggio molto negativo». Al quale, purtroppo, ci stiamo abituando.

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