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Accordo Fi-Ncd a un passo. Ma rimane il nodo Alfano

Alleanza vicina, oggi conferenza stampa sulle Regionali. Le mosse dei pontieri Lupi Casero e De Girolamo. Il ministro dell'Interno vuole garanzie per un ruolo di spicco

Accordo Fi-Ncd a un passo. Ma rimane il nodo Alfano

Dentro Forza Italia lo chiamano «il ruggito del topo». Come a dire che se alla fine l'accordo con il Nuovo centrodestra si farà o no cambia poco, perché il partito di Angelino Alfano di voti ne porta davvero pochini e le regioni nelle quali alle prossime Amministrative potrà dare un contributo si contano sulla punta delle dita. Di due dita al massimo, ad essere precisi. Perché se a piazza San Lorenzo in Lucina quella in Campania la considerano una partita aperta, già sulla Calabria – dove si voterà a novembre – di dubbi ne hanno molti. Per non parlare della Puglia, regione che gli strateghi di Forza Italia a Roma danno già per persa. Per il resto, è piuttosto scontato che gli azzurri non toccheranno palla alle prossime Amministrative in programma tra l'autunno di quest'anno e la primavera del prossimo: dall'Emilia Romagna alla Toscana, infatti, è a dir poco improbabile che Forza Italia possa tenere testa al Pd.

Calabria e Campania a parte, insomma, è chiaro che le trattative in corso in queste ore tra Forza Italia e Ncd guardano più ai prossimi mesi che alle prossime settimane. I contatti sono in corso da tempo e Silvio Berlusconi tiene aperti i canali con chi nel Ncd non ha mai rinnegato un rapporto di fiducia con l'ex premier: dal viceministro dell'Economia Luigi Casero, passando per il titolare delle Infrastrutture Maurizio Lupi, fino al capogruppo di Ncd alla Camera Nunzia De Girolamo. Proprio lei, è una delle più attive per cercare di rimettere insieme i pezzi di quello che qualche tempo fa era il Pdl.

In verità, l'accordo è sostanzialmente fatto. Ne hanno discusso Altero Matteoli e Gaetano Quagliariello in queste ore e i termini dell'intesa dovranno essere limati perché di fondo restano i dubbi di un Alfano che chiede per sé garanzie che Berlusconi non può dargli (un ruolo di spicco che nessuno in Forza Italia legittimerebbe). Nella sostanza, però, difficilmente si potrà andare verso altri lidi. Nel senso che la tentazione di portare il Ncd ad accordarsi con il Pd alle prossime Regionali non è percorribile nonostante la buona volontà di Fabrizio Cicchitto e Beatrice Lorenzin (che remano in quella direzione) visto che Matteo Renzi ha educatamente fatto sapere di non essere interessato ad un'alleanza di sistema con il Nuovo centrodestra (anche perché si vota in regioni dove il Pd farà comunque il pieno di voti).

Con buona pace di chi vede con terrore una riunificazione con Forza Italia, insomma, la partita – quella di prospettiva che guarda alle prossime elezioni politiche – pare essere già chiusa e dà per scontato un ricongiungimento. Tant'è che ieri uno notoriamente poco affine alla trattativa come Renato Brunetta teorizzava probabili convergenze. «È il momento – diceva il capogruppo di Forza Italia alla Camera - di dare forma chiara e forte ad un centrodestra unito negli ideali e nei programmi. Questa unità è nelle cose, occorre che si trasformi in proposta elettorale vincente. E le elezioni regionali che in autunno saranno celebrate in Calabria e in Emilia-Romagna sono un appuntamento che ci troverà preparati». Più chiaro di così. Oggi, mentre il Cavaliere è trattenuto ad Arcore da un riacutizzarsi dell'uveite all'occhio sinistro (ieri è stato al San Raffaele), a piazza San Lorenzo in Lucina è in programma una conferenza stampa per fare il punto dei lavori del Comitato per le elezioni regionali di Forza Italia presieduto da Matteoli e di cui fanno parte Brunetta, Paolo Romani, Denis Verdini, Giovanni Toti e Sestino Giacomoni.

Difficile ci siano grandi novità, visto che l'accordo con Ncd è sostanzialmente già chiuso.

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