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Accordo Forza Italia-Pd sulla legge elettorale: "Renzi? Interlocutore"

Patto sul modello tedesco. Berlusconi: «Intesa sulle regole, spero nell'unità del centrodestra»

Accordo Forza Italia-Pd sulla legge elettorale: "Renzi? Interlocutore"

Berlusconi impugna il decespugliatore. Soglia di sbarramento al 5%. Peraltro d'accordo con Renzi e pure con il Movimento 5 Stelle. Smentendo un retroscena del Corriere della Sera secondo cui il Cavaliere starebbe lavorando ai fianchi il leader del Pd per convincerlo ad abbassare la soglia al 3%, Berlusconi chiarisce il suo pensiero: «Io in disaccordo con il limite del 5 per cento? È esattamente il contrario, se fosse per me lo alzerei all'8%». E spiega pure il perché: «Credo che sia necessario per non tornare ai tempi della Prima Repubblica, verso una quasi sicura ingovernabilità». Per cui nessun salvagente nei confronti dei cosiddetti cespugli, capaci poi di tenere sotto scacco qualsivoglia maggioranza, in virtù di soltanto poco più di un milione di voti. Berlusconi è fiducioso: «Mi sembra che il concorso tra le varie forze politiche sia stato sul numero 5», dice a Milano, a margine del premio ricevuto dal governatore Roberto Maroni. E proprio con Maroni il Cavaliere usa tutto il suo fair play: «Complimenti al nostro presidente della Regione. Gli auguro di poter continuare nella sua attività di gestione», dice sorridendo. Una frase per eliminare la ruggine nei rapporti con la Lega; almeno quella salviniana.

Un Salvini al quale Berlusconi tende la mano, seppur infastidito dal capo del Carroccio. Berlusconi pensa che si possa ricucire: «Spero nel centrodestra unito. Anche con Salvini? Ma certo, come no?». Certo, anche la legge elettorale tende a dividere i due. Salvini imputa a Berlusconi di aver scelto il proporzionale perché non vuole l'alleanza ma il Cavaliere fa spallucce: «Mi sembra che si sta andando verso una legge elettorale condivisa, come ho sempre auspicato, e anche verso un sistema proporzionale, che è un sistema di giustizia: in un Paese dove ci sono tre poli non si può applicare il maggioritario per evidenti ragioni. Il 20 per cento di elettori, il 20 di parlamentari: credo che sia una cosa giusta. In Germania dura da 70 anni».

Salvini, tuttavia, continua a sentire puzza di inciucio post elettorale con il Pd. Ma il Cavaliere giura che no, le larghe intese non sono all'orizzonte: «Con il Pd abbiamo parlato solo di regole e di legge elettorale ma d'altra parte anche il patto del Nazareno non era su questioni politiche ma sulle regole». Poi, incontrando i sindaci a villa Gernetto, dice di Renzi: «È un nostro interlocutore, è bravo anche se bisogna stare attenti a fidarsi. Ma il dialogo è soltanto sulle regole».

E di legge elettorale i due capigruppo azzurri Brunetta e Romani hanno parlato con gli omologhi Rosato e Zanda. Un incontro, cui hanno partecipato anche gli azzurri Sisto e Occhiuto e il piddino Fiano, andato bene posto che i partecipanti sono fiduciosi che «in poco tempo si può chiudere». In una nota si sugella il patto: «Domani (oggi per chi legge, ndr) verrà presentato in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio il maxi emendamento Fiano al testo base; giovedì inizieranno le votazioni in Commissione; il nuovo testo base arriverà in Aula alla Camera lunedì 5 giugno, e qui verrà approvato nel più breve tempo possibile; il testo licenziato dalla Camera arriverà al Senato, dove la nuova legge elettorale verrà approvata in modo definitivo entro la prima settimana di luglio». Le elezioni si avvicinano, quindi. E Berlusconi si sente già in campagna elettorale.

Rilancia il reddito minimo per tutti, evoca una «lista di cittadini scontenti» anche se difficilmente ci saranno i tempi tecnici per predisporla perché le urne si avvicinano sempre di più.

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