Politica

È accusato di violenze di piazza L'ex premier: dissidente politico

È stato arrestato a Sanremo Igor Markov, già deputato del Parlamento ucraino, fondatore del partito «Rodina», ovvero «Patria», e, attualmente, uno dei principali leader dell'opposizione al presidente Petro Poroshenko. Nel 2007, a Odessa (città natale di Markov), si svolse una grande manifestazione organizzata da una cinquantina di associazioni e partiti filogovernativi. Secondo le ricostruzioni fornite dall'autorità di Kiev, in quell'occasione Markov e alcuni sostenitori di «Rodina» si sono scagliati contro i manifestanti e li hanno aggrediti. Per questo fatto, Markov è stato accusato dal governo ucraino di «teppismo». Contro Markov si è subito schierato Pavel Kirilenko del partito Social-Nazionalista Svoboda, che tanta parte ha avuto nell'Euromaidan del 2013. Come tanti dissidenti dall'attuale governo di Kiev, Markov è riparato in Russia e ha fondato, assieme all'ex primo ministro ucraino Mykola Azarov, l'Ukraine National Salvation Committee, che si oppone a Poroshenko. Ed è stato proprio Azarov a intervenire con vigore sull'arresto di Markov, affermando, con un comunicato in esclusiva per ilGiornale.it , che il fermo dell'ex deputato ucraino altro non è che «rappresaglia politica di Kiev». Secondo le prime ricostruzioni, Markov è arrivato in Italia lunedì scorso, è atterrato a Malpensa e si è poi diretto all'Hotel de Paris di Sanremo. In serata si è spostato a Montecarlo, dove ha cenato in un ristorante di lusso assieme ad altre persone. In nottata è tornato all'Hotel de Paris ed è stato arrestato. Secondo Azarov, Markov aveva raggiunto il nostro Paese per incontrare alcuni parlamentari e alcuni rappresentati dei media per illustrare loro «gli obiettivi e le attività del comitato di salvezza dell'Ucraina». Attualmente Markov si trova nel carcere di Valle Armea ad Arma Taggia e, oggi, la Corte di Appello di Genova dovrà decidere, in udienza preliminare se prolungare la sua permanenza in carcere (il che è molto probabile). Nel frattempo Kiev ha a disposizione 40 giorni per inviare a Genova le carte processuali che dovrebbero permettere ai giudici di decidere se estradare o meno Markov. Le vicende di Markov hanno già interessato moltissimi osservatori in quanto rischiano di essere un altro «caso Shalabayeva».

Ovvero l'ennesima figuraccia per il ministro degli interni Angelino Alfano.

Commenti