Politica

Acque agitate in Fi: mezzo partito in rivolta contro Toti

Il governatore: "Serve un cambiamento". Carfagna: "Sì ma non come lo vuoi tu"

Acque agitate in Fi: mezzo partito in rivolta contro Toti

Nella domenica dei ballottaggi si accende il dibattito sul futuro di Forza Italia. La miccia la innesca Giovanni Toti che in una intervista a La Stampa chiede una «profonda ristrutturazione del partito. Pensare che possa essere rilanciato cambiando il simbolo e qualche faccia sarebbe come ridipingere un palazzo che ha i muri portanti lesionati. Spero che Berlusconi ci sappia mettere l'energia rivoluzionaria delle sue migliori stagioni. Ma il cambiamento non dovrà calare dall'alto. Io sono pronto a metterci cuore e faccia».

La prima replica arriva da Mara Carfagna. Un intervento che non risparmia qualche stoccata al governatore ligure. Le critiche si appuntano innanzitutto sulla scelta dei tempi dell'intervento. «Caro Giovanni, Forza Italia ha bisogno di essere ripensata, rilanciata e ristrutturata. Ma porre questo tema a urne aperte, mi sembra un'operazione miope. Tu parli di modello ligure e partito unico. Opinioni rispettabilissime da cui dissento. Se proprio bisogna indicare un modello preferisco quello meridionale, dove è Forza Italia e non la Lega a trainare la coalizione, o quello lombardo dove Forza Italia ha dimostrato protagonismo e vitalità. E se devo immaginare il centrodestra del futuro continuo a pensare alla felice intuizione di Berlusconi: una federazione di forze a trazione moderata e liberale. Se poi vogliamo parlare di selezione della classe dirigente molti di noi sono stati cooptati da Berlusconi. Ma ritenerlo un peccato originale da cui purificarsi facendo il bastian contrario non ha portato bene a nessuno».

Su Twitter arriva la controreplica di Toti: «Nessun peccato originale, ma servono metodi nuovi». Un invito a «rimettersi in moto» arriva anche da Deborah Bergamini «perché se il partito non interpreta la nuova realtà saranno altri a farlo». Un «confronto schietto e ampio» viene chiesto anche da Renata Polverini, ma su basi opposte rispetto a Toti partendo dal presupposto che non c'è spazio «per il partito unico». Polverini cita anche il caso Imperia, con Claudio Scajola protagonista di uno scontro tutto interno al centrodestra (con la rinascita di un possibile competitor ligure con cui Toti dovrà fare i conti).

Chi prova a ricucire è Mariastella Gelmini. «Sono certa che sarà proprio Berlusconi, conclusa la tornata elettorale, a dare un nuovo impulso al centrodestra e a favorire un profondo rinnovamento e un confronto costruttivo. Personalmente ritengo si debba dare il via, al più presto, ai congressi territoriali che, oltre a rappresentare una solida base di confronto tra i nostri amministratori e gli eletti, potranno mettere in luce il buon lavoro fatto sul territorio. Senza nascondere le difficoltà, il partito unico verso il quale sembra puntare Toti non è nel nostro dna. Perché la forza della nostra coalizione è sempre stata il comune obiettivo, di cambiare e far crescere il Paese, attraverso valori e sensibilità compatibili ma differenti. Troppo spesso per timore di creare incomprensioni con l'alleato della Lega, abbiamo rinunciato a precisare le nostre idee.

Vogliamo una Forza Italia forte e centrale che torni a essere con Berlusconi la guida moderata del centrodestra italiano».

Commenti