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Amburgo, in aula il caso dei marò. "Abbiamo onorato i nostri impegni"

Dopo le schermaglie di ieri, le parti sono ritornate in tribunale questa mattina. L'Italia vuole il ritorno dei due fucilieri, per l'India sono assassini

Amburgo, in aula il caso dei marò. "Abbiamo onorato i nostri impegni"

Si è aperta questa mattina la seconda giornata di udienza davanti al Tribunale della legge del mare di Amburgo. I rappresentanti dell'India e dell'Italia sono tornati in aula, dopo che ieri ci sono state le prime schermaglie, con i rappresentati del governo Renzi che chiedevano il ritorno di Salvatore Girone, "in ostaggio", preoccupati anche per la salute di Massimiliano Latorre e la controparte che ribadiva: "Sono assassini".

Il caso è tornato in aula alle dieci di questa mattina. Oggi le replice dell'Italia a quanto detto ieri dagli indiani e le richieste conclusive sulla controversia. Ciò che il governo vuole è in un documento già pubblicato in inglese sul sito del Tribunale, così come la replica di Nuova Delhi.

"L’Italia è stata accusata dall’India di essere un Paese che non mantiene la parola - ha ricordato l'ambasciatore all'Aja, Francesco Azzarello, in risposta alle accuse indiane - Questa accusa è del tutto inaccettabile. Gli impegni presi in India sul caso (dei marò, ndr) sono sempre stati onorati".

L'ambasciatore ha ricordato anche che il Paese "ha espresso in molte occasioni" il proprio rammarico per la morte di Valentine Jalestine e Ajeesh Pink, i due pescatori rimasti uccisi e per il cui decesso i marò sono accusati. "L’India sfrutta questa situazione con l’unico scopo di creare un pregiudizio", ha aggiunto, sostenendo che dalla loro non hanno "argomenti legali credibili".

Ieri l'agente del governo indiano aveva sostenuto che la Corte di Amburgo non dovrebbe "fidarsi dell'Italia, perché ha una storia di mancato rispetto degli obblighi internazionali":

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