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"Addio Rai, ora ti sfido a suon di scoop"

"Addio Rai, ora ti sfido a suon di scoop": Massimo Giletti debutta su La7 con il suo "Non è l'Arena". Si parte con l'affaire Tulliani

"Addio Rai, ora ti sfido a suon di scoop"

Roma Intanto, senza neppure essere ancora in onda, ha fatto arrestare un latitante. O meglio ha indotto un latitante a farsi arrestare da solo. Massimo Giletti si presenta al suo debutto su La7 dopo l'addio alla Rai con uno scoop: l'arresto di Giancarlo Tulliani, il cognato di Fini che si è rifugiato a Dubai inseguito da un mandato d'arresto della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta di riciclaggio partita dal famoso appartamento di Montecarlo.

Giletti ha lavorato per settimane su questa vicenda. Per presentarsi con le armi affilate nell'arena di Non è l'arena: non solo deve realizzare un nuovo e appetibile programma di approfondimento tra i tanti già in onda su La7, ma vuole anche dare battaglia a chi lo ha cacciato, e cioè la Rai.

Giletti, perché cominciare l'avventura con il caso Tulliani, che è stato scandagliato mille volte?

«Perché nasconde ancora molti misteri. Perché è simbolico dell'arroganza del potere. E perché Tulliani è ancora latitante».

Non ci dica che è stata solo fortuna l'incontro della sua troupe con Tulliani all'aeroporto di Dubai...

«La fortuna va aiutata. Ovviamente era tempo che eravamo sulle sue tracce. E poi mi sono ricordato di quando Gianmarco Chiocci (cronista che fece l'inchiesta sul cognato di Fini quando lavorava al Giornale) andò a Montecarlo e Tulliani chiamò la polizia per farlo arrestare. Infatti anche a Dubai, alla vista delle nostre telecamere, ha fatto la stessa cosa. Peccato che l'autorità portuale dopo aver arrestato i nostri due inviati, poi rilasciati, ha ammanettato anche lui quando dai documenti è risultato che fosse ricercato».

Insomma, un debutto alla grande per la sua trasmissione...

«Speriamo. La vicenda la farò raccontare bene domenica dai due inviati. In studio avremo anche Valter Lavitola (il discusso giornalista che ha avuto una parte importante nella vicenda pubblicando per primo un documento che attesta la proprietà di Tulliani della casa di Montecarlo). Mi immagino che ci dirà cose importanti, sulla questione, sulla famiglia Fini e anche su Berlusconi o personaggi a lui vicini».

La sua pare una guerra: sta allestendo un esercito per cercare di fare il maggior danno possibile alla Rai e a Fazio con cui ha scelto di andare in diretta concorrenza alla domenica sera. Anche Fiorello verrà in suo soccorso (probabilmente con un contributo video) e domani sarà ospite di Maria De Filippi a Tú sì que vales che le regalerà un grande lancio promozionale...

«Agli amici che mi aiutano dico un grande grazie. Contro Fazio non ho nulla. Abbiamo pensato che la domenica fosse lo spazio naturale per il nuovo programma dato che quello era il giorno dell'Arena su Raiuno. E poi noi siamo una scialuppa contro una portaerei. Certo non nascondo il grande dolore che ho provato lasciando la Rai. Hanno voluto mandare via due professionisti come me e Milena Gabanelli che facevano il loro lavoro con grandi risultati. Agli spettatori che pagano il canone andrebbe detto perché».

La spiegazione pare semplice: non disturbare il manovratore, soprattutto in stagione elettorale...

«Io non sono mai stato né di destra né di sinistra, ho cercato di essere sempre super partes. L'amarezza più grande per me è stato vedere che nessuno a sinistra ha detto nulla per difendermi».

Lei si ritiene un populista, un sobillatore dei «malpancismi» della gente come dicono in Rai?

«Io penso che il più grave errore della politica sia stato quello di non ascoltare il popolo. Io ascolto il popolo».

Non sarebbe stato più semplice restare in Rai a condurre gli show del sabato sera e aspettare che tornassero tempi migliori?

«Non lo potevo fare dopo essere stato trattato in quel modo, per me la dignità viene prima di tutto».

Cosa pensa dei risultati dello show delle Parodi che ha preso il posto dell'Arena?

«Che se al posto di un programma che fa inchieste ci metti persone che cuociono le polpette, è inevitabile il flop».

Prima o poi tornerà in Rai?

«Non so.

Certo ci vorranno anni per digerire quanto successo».

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