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Addio «Tex» Willer Bordon Il collezionista di partiti che voleva zittire il Vaticano

RomaDal Pci ai Democratici molti ne ha cambiati. Alcuni, come la Margherita e Italia dei Valori, li ha co-fondati. Altri, come i radicali e il movimento di Mario Segni, li ha attraversati velocemente. Uno se l'è proprio inventato dal nulla, Alleanza Democratica. Willer Bordon ha collezionato partiti ma non era un trasformista. «Solo un paracarro non cambia mai idea», diceva. «Era un politico mai sazio di novità», racconta Ettore Rosato, capogruppo del Pd. E Beppe Grillo: «Si era dimesso da senatore ed è morto da incensurato, caso unico in Italia. Uno dei pochi ad essersi reso conto di cosa erano diventati i partiti».

«Tex» Willer Bordon, lo chiamavano così per la sua velocità di parola, è scomparso ieri mattina a 66 anni, dopo una lunga malattia. Sindaco di Muggia, Trieste, per dieci anni, eletto per la prima volta in Parlamento nel 1987, una brillante carriera politica a cavallo tra la Prima e la Seconda Repubblica. Sottosegretario ai Beni culturali con Romano Prodi, ministro dei Lavori pubblici e dell'Ambiente con i governi D'Alema e Amato, protagonista di un famoso scontro contro Radio Vaticana a cui voleva «staccare la corrente» per le pericolose emissioni della sua antenna: una polemica che provocò il suo declino. Il 16 gennaio 2008, nel giorno del suo cinquantanovesimo compleanno, si è dimesso da senatore, chiudendo con un libro, proprio lui che ne aveva girati tanti, in cui proponeva «l'abolizione dei partiti». E ha iniziato l'ennesima avventura, stavolta imprenditoriale e sempre di successo, fondando la Enalg, società di produzione di biocombustibile da biomasse algali. Da ultimo, ha restituito alla città di Roma il teatro Quirinetta.

Lascia la moglie, l'attrice Rosa Ferraiolo, il figlio Raniero e la figlia Valentina. Il Senato ha osservato un minuto di silenzio. La camera ardente oggi dalle 10 alle 18 presso l'Hospice Antea di piazza Santa Maria della Pietà. I funerali giovedì alle 15 nella chiesa di San Francesco a Ripa. Rosato lo ricorda così: «Eretico nel Pci perché iscritto anche ai radicali, a fianco di Segni nei primi referendum e tra i promotori di Ad. Poi con Di Pietro nella nascita dell'Idv e quindi nella Margherita di Francesco Rutelli. Non era un voltagabbana, semmai un innovatore. Ha sempre battuto strade nuove». Rutelli lo aveva sentito pochi giorni fa.

«Era uno spirito vivace e irregolare, ha affrontato la malattia con coraggio».

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