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Agli sgomberati le 600 case confiscate ai mafiosi

È una delle ipotesi del governo. La regola: nessuno sfratto se non ci sono soluzioni alternative

Agli sgomberati le 600 case confiscate ai mafiosi

Roma Le strutture per ospitare gli ex occupanti sgomberati ci sono, basta cercarle, anche tra quelle confiscate alla mafia e rimaste inutilizzate. Già 600 sarebbero state individuate nelle province di Roma, Milano e Napoli, nel corso della riunione tenutasi ieri al Viminale sull'emergenza abitativa.

Dopo polemiche e proteste per lo sgombero di centinaia di rifugiati africani dal palazzo romano di via Curtatone, dal ministero dell'Interno precisano che queste strutture non sarebbero riservate esclusivamente ai migranti sfrattati, ma a tutti quelli che si trovano in situazioni di precarietà. Anche italiani, dunque. «Rimane il principio - dice il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento immigrazione del Viminale - di dare mandato a prefetti e sindaci di individuare le strutture che possano tamponare le emergenze abitative nelle grandi città». I beni confiscati alla mafia serviranno anche a questo, perchè la «destinazione è conforme alla legge», assicurano dall'Agenzia nata per gestirli.

Le prossime operazioni dovranno dunque svolgersi con una sinergia tra Stato ed enti locali, dunque tra sindaci e prefetti, secondo le direttive che arriveranno nei prossimi giorni in una circolare esplicativa. Il testo indicherà le modalità operative per individuare le soluzioni più adatte come alternativa alle case occupate e assicurare un sereno svolgimento delle operazioni di sgombero.

Quello di ieri non è stato un vero «vertice», spiegano al Viminale, ma una prima «riflessione tecnica», in attesa dei dettagli dei singoli casi. Il principio affermato nel pacchetto sicurezza di aprile è, appunto, che ad ogni sgombero effettuato dovrà corrispondere una soluzione abitativa accettabile da offrire agli interessati.

Per seguire la nuova filosofia sarà necessario aprire un canale di comunicazione costante con gli enti locali, a incominciare dai sindaci che non potranno più, come la prima cittadina romana Virginia Raggi, lamentarsi di non essere stati informati per tempo. È stata riaffermata la necessità di un coinvolgimento attivo di tutti gli attori istituzionali interessati: a partire da Anci, i cui vertici il ministro Marco Minniti dovrebbe incontrare oggi, fino alle Regioni. A guidare le operazioni saranno i prefetti, che rappresentano gli osservatori più informati sui territori di competenza. Appena Minniti darà il via libera, riceveranno la circolare con i parametri da seguire nell'azione amministrativa.

Mentre al Viminale si corre ai ripari, per correggere la linea ondivaga dei giorni scorsi, tra rigore e retromarcia, anche la Raggi si muove. La sindaca ha convocato una riunione in Campidoglio con l'assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre e quello alla Casa Rosalba Castiglione.

Al centro, anche la gestione dei fondi stanziati dalla Regione per l'emergenza abitativa: 161 milioni che il Comune non avrebbe toccato.

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