Cronache

Aiuto, vogliono abolire i fusi orari

Due studiosi americani sono convinti: un unico orario universale sarebbe un vantaggio per tutti

Aiuto, vogliono abolire i fusi orari

Il tempo è una cosa oggettiva? Sbagliato, il tempo alle volte è un opinione. Un orologio ideologico che ognuno legge come vuole. Perfino i governi, che usano i fusi orari e le ore legali come stumenti geopolitici. Tra i più entusiasti «cronocrati» c'è il caro e obeso leader della Corea del Nord che lo scorso agosto decise autonomamente di inventarsi il fuso di Pyongyang. Anzi, il mezzo fuso. Perché tutti i nordcoreani dovettero spostare indietro le lancette di mezz'ora al solo scopo simbolico di disallinearsi anche cronograficamente dall'odiata Seul per sradicare la memoria del passato coloniale. Un po' quello che fece qualche anno fa lo scomparso presidente venezuelano Hugo Chávez, che per indispettire gli imperialisti americani spostò indietro le lancette di trenta minuti quasi all'improvviso, solo per pasticciare un po' con l'orario dei voli. Decenni fa fu la Spagna franchista ad annettersi al fuso orario della Francia tedeschizzata durante la Seconda Guerra Mondiale per simpatia con il regime nazista e antipatia con i fino ad allora «colleghi» di fuso britannici e portoghesi, rinunciando così al mezzogiorno di Greenwich, il più nobile che c'è.

Insomma, il fuso orario, che noi diamo per scontato, non è uno strumento così neutro come sembrerebbe. Proposto e imposto nel 1884 dalla cosiddetta commissione di Washington, l'Utc (il Tempo Coordinato Universale) divide la superficie terrestre in 24 spicchi corrispondente ciascuno a un'orario fino a 12 ore avanti o indietro rispetto al meridiano zero posto per convenzione in corrispondenza del Royal Greenwich Observatory alla periferia orientale di Londra. In teoria a ogni meridiano dovrebbe corrispondere lo stesso orario, ma se guardate la mappa dei fusi vi accorgerete che ci sono molte deviazioni, curve, enclave, anomalie. Molti Paesi, pur molto estesi e quindi «sdraiati» su più meridiani, hanno infatti deciso per comodità di avere un solo fuso: il più importante è la Cina. E la gigantesca Russia ha più fusi orari ma da confini assai fantasiosi.Ma è un vantaggio avere i fusi orari? Domanda su cui si arrovellano da tempo due studiosi statunitensi, l'economista Steve Hanke e l'astrofisico Dick Henry. I due, come racconta il Washington Post, stanno lavorando a un loro calendario universale che prevede lo sbianchettamento di tutti i fusi orari.

In questo modo il mezzogiorno nello stesso momento in tutto il mondo e un viaggiatore non dovrebbe cambiare orario dopo un lungo viaggio interoceanico. L'unica accortezza sarebbe che dovremmo abituarci ad altri ritmi: insomma, in quell'ipotetico mezzogiorno universale da qualche parte ci si starebbe per mettere a tavola per il pranzo comme d'habitude, ma altrove si lavorerebbe accanitamente, da qualche parte di dormirebbe il sonno dei giusti, e altrove ancora si guarderebbe «Porta a Porta» o il suo omologo.Un sistema apparentemente rivoluzionario che, una volta presa l'abitudine, avrebbe secondo gli ideatori un mucchio di vantaggi. «Tutte le compagnie aeree - svelano i due - usano già oggi il tempo universale per non far scontrare gli aerei». Vantaggi che sarebbero anche economici (ma loro non quantificano).

In fondo se le stagioni sono un'opinione e da noi a luglio si va al mare e in Argentina a sciare, perché non può diventarlo anche l'orario? Per adesso di certo c'è solo la data entro cui secondo Hanke ed Henry dovrebbe entrare in vigore il sistema: il 1° gennaio 2018. Sì, ma a che ora?

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