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Alfano ostaggio di Renzi «Sarebbe una pazzia uscire dal governo ora»

La capogruppo di Ncd propone l'appoggio esterno al governo, ma Alfano dice no: "Lasciare adesso il governo sarebbe da pazzi"

Alfano ostaggio di Renzi «Sarebbe una pazzia uscire dal governo ora»

A non molti km di distanza, da qualche parte nelle viscere del sottosuolo, ci sono i celebri studiosi del Gran Sasso che sperimentano i neutrini. Qui a Rivisondoli, nei laboratori di Magna Carta , si misurano gli enne-cidini e le possibilità di scissione dell'atomo.

Particelle in gran fermento, dopo la caduta di Lupi. Ma la ferocia della specie Marsicana si esercita oggi soprattutto in una guerra fratricida, homo homini lupus , considerata l'efferatezza del Pastore che siede a Palazzo Chigi. Uscire o meno dal gregge? Come far sentire, almeno una volta, un ringhio che non assomigli al belato? Nunzia De Girolamo, che in qualità di donna non riconosce il codice alfa , la sua ricetta l'ha già spiattellata e la ribadisce tra gli applausi. «Non abbiamo fondato un partito per diventare renziani. Voglio un centrodestra unito, e non mi possono chiedere di diventare un Ogm: ero, sono e sarò sempre alternativa al Pd di Renzi». Non vede problemi a «dare un appoggio esterno al governo», così da subire meno «l'arroganza di Renzi. Basta esserne i predellini o gli scendiletto». La combattiva lupa alfa reclama un'Assemblea straordinaria per chiarire «dove stiamo andando, soprattutto in occasione delle Regionali».

La lingua batte dove il dente duole, perché sarà quella delle Regionali il banco di prova essenziale per il branco di Angelino Alfano. Dimostrare di esserci e di contare per avere qualche carta in più da giocare sul tavolo che Renzi ha trasformato in uno strip-poker . Ma la puntata d'azzardo non piace a gran parte dei dirigenti Ncd. «Sono in assoluto disaccordo - replica Sergio Pizzolante, alfiere cicchittiano -. Tornare al vecchio centrodestra è impossibile, perché ha fallito. Un'alleanza con Berlusconi ci condurrebbe in braccio alla nuova Lega di Salvini. La nostra missione è ben altra: rafforzarci nell'alleanza come forza radicalmente liberale». Linea che anticipa un po' le conclusioni di Alfano, soprattutto sulla necessità di costruire «una nuova casa politica del centrodestra», tenendosi alla larga dalla «brutta destra di Salvini e Lepen: se ci spostiamo verso l'estrema destra, regaliamo il centro». Nel frattempo, anche la pattuglia dei siciliani di Schifani conferma il niet all'uscita dal governo, rimarcando l'esigenza di «non vedersi ridimensionare la pattuglia». Alfano rassicura: «Uscire dal governo ora sarebbe da pazzi, ora che arriva la ripresa e dobbiamo prendercene i meriti...». Una strana logica che considera il sacrificio di Lupi, ovvero «il suo senso di responsabilità», un «rafforzamento del governo». Persino con la rinuncia alle Infrastrutture, ministero verso il quale «non abbiamo particolare affezione». Da casa giunge la voce di Lupi, che si scusa di non essere in platea: «Capirete che avevo bisogno di stare con la mia famiglia». Sembra in allineamento con Alfano, per una rotta alla quale il nostromo Cicchitto non vede «alternative se non la catastrofe». Ma lavorare per Renzi, aggiunge, «non vuol dire essergli subalterni».

Occorrerebbe però che Renzi, almeno, ne fosse informato.

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