Politica

Alfano si offende e fa saltare l'asse a Cosenza

Presta lascia: era sponsorizzato da Renzi. Le mosse dell'alfaniano Gentile

Felice Manti

Due coincidenze in politica sono un messaggio. E il messaggio che arriva a Palazzo Chigi dalla Calabria è che Pd e Ncd sono sempre più lontani. E ora chi lo dice a Matteo Renzi? Già, perché il premier sarà a Reggio Calabria domani assieme al ministro della Cultura Dario Franceschini per la firma di un protocollo tipo quello di Napoli (solita ricetta democristiana, soldi e promesse di posti di lavoro). A Cosenza è saltata la trattativa che doveva portare il manager tv Lucio Presta a guidare il Comune «rosso» di Cosenza, ufficialmente per non meglio precisati «motivi familiari» del marito di Paola Perego. Stesso scenario a Crotone. A tradire è stato il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonio Gentile, potentissimo ex Dc carico di voti pronto a passare - ma sarebbe meglio a «tornare» - al centrodestra. Bisogna fare un passo indietro. Lo scorso febbraio, a pochi mesi dalla scadenza naturale della legislatura, pezzi di centrodestra con la regia di Gentile si dimettono e fanno decadere il sindaco Mario Occhiuto, eletto con i moderati. «Una squallida operazione politica», commenta il sindaco uscente che ovviamente si ricandida. I maligni dicono che si tratta di una mossa che serve allo stesso Gentile per riconquistare un posto nella compagine di governo, come poi accade. Il nome di Presta gira già da giorni in città, arriva direttamente da Palazzo Chigi e l'investitura sembra ormai certa. E invece succede l'impensabile.

Gentile, incassata la poltrona, fa melina nelle trattative fino a far saltare il banco e ufficializzare, pochi giorni fa, la candidatura a sindaco di Cosenza dell'avvocato Enzo Paolini, di area centrista. Presta, che non è uno stupido, sa che senza i voti di Ncd la corsa trionfale rischierebbe di diventare una via Crucis. Sipario.

Il Pd locale è nel pantano a pochi giorni dalla presentazione delle liste. «Il nome c'è, sarà cosentino e di sinistra - dice la deputata Pd Enza Bruno Bossio - non potevamo scendere a patti con personaggi un tempo risibili», ma è solo tattica. In più c'è la grana 'ndrangheta che nella vicinissima Rende comandava a bacchetta i consiglieri dem. L'Antimafia, per fortuna del Pd, ha già detto che «non ha tempo» per controllare le liste.

D'altronde Rosy Bindi è stata eletta in Calabria.

Commenti