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Alfano sulla graticola. "Ora deve dimettersi". Renzi frena: teppistelli

Il ministro fa spallucce: "Scongiurata una Genova bis". Ma le opposizioni adesso vogliono la sua testa

Alfano sulla graticola. "Ora deve dimettersi". Renzi frena: teppistelli

Roma - Milano per un giorno diventa il luna park dei delinquenti. Il centro viene messo a ferro e fuoco dai black bloc e le polemiche per la gestione dell'ordine pubblico - dalla scelta di autorizzare una manifestazione ad alto rischio nel cuore della città alla decisione di procedere al semplice «contenimento» dei violenti - divampano furiose.

Nel mirino il ministro degli Interni, Angelino Alfano, che sceglie una strategia difensiva molto semplice: abbiamo evitato guai peggiori. «Abbiamo rischiato un altro G8 e garantito che non fosse versato sangue. Abbiamo fermato molti delinquenti: adesso massima durezza contro questi farabutti col cappuccio. Nessuno si sogni di liberarli subito». Nessuna autocritica neppure dal premier Matteo Renzi. «Quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare l'Expo» dice il premier. «Gli italiani sanno da che parte stare».

Le parole del premier e del ministro degli Interni non convincono, però, le opposizioni. In prima linea c'è Matteo Salvini che convoca i milanesi a Piazza della Scala lunedì per una manifestazione contro i violenti. «Qualcuno ha permesso a questa gente di fare i suoi porci comodi. C'è un ministro dell'Interno che dovrebbe vergognarsi, chiedere scusa e poi dimettersi, e c'è Renzi che invece di dire che l'Italia s'è desta, per poi regalare una figura di fango all'intero globo, dovrebbe cominciare a lavorare, sul serio, cosa che da un anno non sta facendo».

Toni simili vengono adottati dal Movimento 5 Stelle. «Il ministro dell'Interno ha la credibilità di Topo Gigio» dice Luigi Di Maio. «Il dispositivo di sicurezza fa acqua da tutte le parti, non perché abbiamo pochi poliziotti, ma perché c'è un ministro che non è capace di coordinarli». Per Forza Italia è Daniela Santanchè a puntare il dito contro il dispositivo di sicurezza. «Nessuno, Alfano in testa, pensi di archiviare lo scempio con qualche frase di rito e magari un'informativa in Parlamento. I black bloc hanno saccheggiato la città: perché tutto ciò non è stato bloccato per tempo dato che si conosceva la pericolosità della manifestazione? Alfano se non è in grado di garantire l'ordine pubblico cosa ci sta a fare al Viminale?». Durissimi anche i toni di Fratelli d'Italia. Ignazio La Russa individua «la prima responsabilità della violenza annunciata nella legge sulla tortura recentemente approvata dalla sinistra che ha legato le mani a polizia e carabinieri». Giorgia Meloni se la prende con Alfano, Renzi e Pisapia. «Gli occhi del mondo puntati addosso e quattro deficienti incappucciati devastano un'intera città, mentre Alfano probabilmente sta mangiando le patatine allo stand di McDonald's e Pisapia ci spiega che ripulirà immediatamente, con i soldi degli italiani, i danni fatti dai suoi amichetti dei centri sociali. E Renzi? Usa il manganello con la minoranza Pd.

Mi vergogno di voi, vigliacchi».

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