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Alfano teme di finire stritolato

L'asse Renzi-Berlusconi fa morire d'invidia Angelino: così ci spazzano via

Alfano teme di finire stritolato

Roma - Dicono che a mandargli il cappuccino di traverso sia stata quella frase di Renzi: Berlusconi «importante», Berlusconi partner «della riforma elettorale», addirittura Berlusconi «serio». Troppo per Angelino Alfano, che adesso teme di finire stritolato. «Forza Italia non ha la forza né l'unità per entrare nel governo».

Geloso? «Per niente - giura il ministro dell'Interno - semmai è Forza Italia ad essere gelosa della nostra partecipazione all'esecutivo. Quando il Paese sarà cambiato potremo dire di essere stati dalla parte della ragione». Geloso forse no, ma un po' di indivia per l'asse tra Matteo e il Cavaliere Alfano ce l'ha sicuramente.

Domani il premier e Berlusconi dovrebbero incontrarsi per la terza volta per rilanciare il Patto del Nazareno. Il Nuovo centrodestra appare spiazzato, almeno a giudicare dal fuoco di sbarramento di tutto lo stato maggiore del partito. Ha cominciato Renato Schifani. «Senza il contributo decisivo del Ncd in questa settimana non sarebbero stati superati i nodi più delicati della riforma di Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio deve riconoscerci questo merito, oltre al fatto di aver accettato un Senato non elettivo». E ancora: «La nuova legge elettorale non potrà nascere da un'intesa a due, senza ascoltare chi quotidianamente sostiene il governo e vota la fiducia. Maggioranze variabili? È uno schema impensabile».

Ha poi proseguito Gaetano Quagliariello, coordinatore del partito. Sulle riforme, sostiene, «Ncd è stato determinante nel metodo e nel merito» e non intende farsi tagliare fuori dall'Italicum. «Nessun patto a due. All'inizio della settimana metteremo a punto una posizione unitaria delle forze di governo diverse dal Pd e ci faremo sentire». Ha chiosato, infine, Fabrizio Cicchitto: «Renzi e Berlusconi fanno bene a vedersi, perché le leggi elettorali si fanno con il concorso di tutti. Però non pensino di farla contro di noi. E il premier si ricordi che al Senato senza i nostri voti non si andava proprio da nessuna parte».

Ora tocca ad Angelino esorcizzare il pericolo che in autunno Fi entri nella maggioranza di governo. «Forza Italia è mutevole - dice alla Stampa - La scorsa settimana l'opposizione sui temi economici era affidata a Brunetta. Non so se la linea è cambiata, non mi meraviglierebbe, ma credo si voglia rimediare al drammatico errore di novembre quando hanno abbandonato la strada delle riforme e anche il governo». Se tornassero indietro, sarebbe «la plateale ammissione di aver sbagliato».

Però, visto che potrebbe succedere davvero, ecco che Alfano si affretta a mettere i paletti sulla riforma elettorale: «Per noi le preferenze restano imprescindibili. E, comunque, non sarà l'incontro tra Renzi e Berlusconi a risolvere tutto.

Dovranno sentire noi».

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