Cronache

Allarme a Ciampino. E lei: "Non tolgo il velo"

Musulmana rifiuta di scoprirsi il capo e posta un video: «Mi hanno discriminata»

Allarme a Ciampino. E lei: "Non tolgo il velo"

Sotto quel velo non si nascondeva certo una bomba. Ma sicuramente tanta arroganza. La donna indonesiana, col capo coperto dallo hjiab, è all'aeroporto di Ciampino. Al momento del suo imbarco il metal detector fa scattare l'allarme. Il personale di sicurezza chiede la cosa più ovvia del mondo: togliere il velo. Ma la donna musulmana, inspiegabilmente, si rifiuta. Ne nasce una discussione che la passeggera, Aghnia Adzia (nella foto), riprende col telefonino e posta su Facebook. In «dibattito» che ne segue è tragicomico: la protagonista si dichiara vittima di una fantomatica «discriminazione religiosa» e, per avvalorare la sua tesi, sostiene che «prima di me erano passate due suore cattoliche senza che nessuno avesse chiesto loro di togliere il velo». Vero. Ma solo perché al passaggio delle due monache sotto il metal detector non era scattato nessun allarme. Quel che accade nei minuti (e nelle ore) successive è ancora più paradossale: il personale di sicurezza dello scalo di Ciampino offre alla donna islamica di farsi controllare in una stanza privata e, ovviamente, da un'agente di sesso femminile. La risposta è un secco «no». Poi accade una cosa inspiegabile: la signora Adzia decide di lasciare Ciampino e di partire dall'aeroporto di Fiumicino. Anche qui, al suo passaggio sotto il gate di sicurezza, scatta l'allarme; questa volta però Aghnia accetta di togliere il velo. Se ne deduce, al di là di una certa «incoerenza» della donna, anche la sua disponibilità a perdere inutilmente un bel po' di tempo. Non si capisce infatti perché abbia prima detto «no» ai controlli di Ciampino e poi abbia detto «sì» a quelli di Fiumicino. Le motivazioni addotte in un post dalla passeggera musulmana non fanno altro che rendere la vicenda ancora più farsesca: «Non ero disposta a fidarmi di loro (gli addetti alla sicurezza di Ciampino, ndr) se non potevano citare una legge o fornire un documento legale che dicesse che erano autorizzati a controllare ciò che c'era sotto il mio hijab», ha spiegato Adzkia in un post.

Aeroporti di Roma, in una nota, sottolinea che «quanto accaduto alla signora Adzkia riguarda solo ed esclusivamente il rispetto delle procedure di sicurezza. I nostri addetti le hanno chiesto, invano, di raggiungere una sala riservata e le hanno mostrato il Programma nazionale di sicurezza». Ma la situazione non si è sbloccata. Infine il trasferimento a Fiumicino, da dove la donna musulmana ha lasciato l'Italia.

Senza che nessuno si mostrasse particolarmente addolorato.

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