Cronache

Allarme culle, in Italia 150mila nati in meno

Siamo i peggiori d'Europa. Mamme sempre più vecchie: solo l'8,5% è under 25

Allarme culle, in  Italia  150mila nati in meno

Lodovica Bulian

Crisi, recessione, disoccupazione. Ed ecco aprirsi un baratro di natalità come non se ne vedevano dalla Prima guerra mondiale e dalla letale epidemia di «spagnola» del biennio 1917-1918. Così la spirale negativa che morde l'Europa ma soprattutto l'Italia, condannandola a fanalino di coda di una ripresa impantanata nello zero virgola e a solcare il fondo delle classifiche demografiche, ha consegnato nel 2015 un bilancio Istat choc: 150mila culle in meno. Le nascite si sono fermate a 486mila, quindicimila in meno rispetto al 2014, contro le 800,8 mila della Francia, le 777 mila del Regno Unito e i 738 mila della Germania. I decessi sono stati 653mila.

Numeri che avevano fatto gridare a un allarmante «crac demografico» il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che per correre ai ripari aveva annunciato una serie di «interventi» radicali per invertire il trend, altrimenti «tra dieci anni nasceranno 350mila bambini l'anno, e sarà la nostra fine». Previsioni che se osservate con lente globale e proiezioni da qui alla metà del secolo riconsegnano la stima di una popolazione mondiale che sarà a maggioranza africana, secondo l'organizzazione Population Reference Bureau, grazie a un baby boom che non abbraccerà il Vecchio Continente. Uno studio del Pew Research Center che prende in considerazione il tasso di fertilità e l'età delle popolazioni, ritiene che entro il 2053 il numero di musulmani nel mondo sarà quasi pari a quello dei cristiani: nei prossimi quattro decenni l'islam «si espanderà più velocemente di qualsiasi altra religione». Così mentre la percentuale di giovani nei Paesi musulmani ossigena il tasso di natalità, nel Belpaese la propensione a fare figli si affievolisce fino a diventare insufficiente a garantire il ricambio generazionale.

Nel 2014 i bambini nati da genitori italiani sono scesi per la prima volta sotto la soglia dei 400mila, quasi 82mila in meno negli ultimi sei anni. Le donne italiane scelgono di rinviare il momento della maternità, vissuta sempre di più come un salto nel buio che come una solida base per costruire una famiglia. Il clima di incertezza, l'instabilità occupazionale, e la conseguente incapacità di fare previsioni a lungo termine hanno fatto salire l'età media delle madri al parto di un ulteriore gradino: 31,6 anni contro i 31,5 del 2014 (31,3 nel 2010), ma ben un anno e mezzo in più rispetto al 1995 (29,8).

Le mamme italiane con meno di 25 anni? Sono state appena l'8,5%.

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