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Alluvione, Nogarin choc: "Ho scordato l'app"

Il sindaco ammette la dimenticanza: così non è arrivato il segnale d'allerta sul suo cellulare

Alluvione, Nogarin choc: "Ho scordato l'app"

Nove morti e una app dimenticata. A Livorno dopo la tragedia dell'alluvione sono arrivate le polemiche politiche e il solito rimpallo di responsabilità tra Regione Toscana, Comune e Protezione Civile. E giovedì, come se non bastasse, c'è stata l'ammissione del sindaco grillino Filippo Nogarin. Se non si trattasse di un disastro, sarebbe tutto grottesco. Così come la dichiarazione di Nogarin riportata dal quotidiano toscano Il Tirreno: «Il 9 dicembre 2016 ho oggettivamente firmato l'atto di presa in carico di questa app. In verità non me lo ricordavo nemmeno perché firmo centinaia di atti. Ho ricostruito tutto guardando l'agenda. Di fatto quella applicazione non l'ho mai installata e non ricordavo nemmeno le credenziali».

L'app della discordia è quella messa a punto dalla Regione Toscana per l'allerta meteo e la gestione delle emergenze. Da gennaio scorso lo strumento, che dovrebbe essere installato su tutti i telefonini di sindaci, tecnici, dirigenti e funzionari di Protezione Civile toscani, fa scattare un allarme ogni volta che idrometri e pluviometri superano il livello di guardia. Che vuol dire allerta «rossa» o «arancione». L'alert su Livorno, informano dalla Regione, è scattato per la prima volta la sera del 9 settembre alle ore 21 e 39. Più una serie di altri avvertimenti durante la notte. La mattina dopo la città si è svegliata sommersa dall'acqua e sono stati ritrovati i primi sei cadaveri. Ma il telefono del sindaco grillino non ha squillato. Perché?

Ecco la prima versione. Il 15 settembre, durante una conferenza stampa Nogarin dice: «La app l'ho scaricata oggi. Prima non sapevo che esistesse. Non ho mai ricevuto nessuna busta con le credenziali per l'accesso». Invece, il 9 dicembre del 2016 il sindaco riceve da un suo funzionario tutto il materiale necessario per l'attivazione. Ma prima non se lo ricordava. Ha dovuto controllare l'agenda. Nogarin, nei giorni successivi, ha pure dimenticato di installarla, l'applicazione. E lo ammette solo ora.

Ma non c'erano più scuse. Perché è spuntato il documento nel quale il sindaco dichiarava di «aver ricevuto il manuale utente e le credenziali di accesso per la app Cfr (Centro funzionale regionale ndr) Toscana». Con data e firma.

Nel frattempo, dopo la grottesca ammissione, Nogarin continua a divertirsi sui social postando foto «artistiche». Una delle sue passioni. Ma non fa ammenda per una tragedia che poteva essere evitata anche grazie alla tecnologia.

Proprio loro che erano il partito della «rete».

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