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Altra tegola per i Renzi: "Lalla" a giudizio a Cuneo

La mamma dell'ex premier di nuovo accusata di bancarotta per i legami della Eventi6 con Direkta

Altra tegola per i Renzi: "Lalla" a giudizio a Cuneo

Fa bene Matteo Renzi a chiedere, un giorno sì e l'altro pure, subito il processo per i suoi genitori («vedremo se questo procedimento porterà a una condanna o no», rivolgendosi ai magistrati), facendo anche arrabbiare i legali di famiglia che spererebbero, invece, per un'archiviazione, anche perché i rinvii a giudizio si stanno accumulando e i processi potrebbero essere parecchi.

L'ultima grana è ancora per mamma «Lalla», Laura Bovoli (nel tondo), la mente della «filosofia Renzi», rinviata a giudizio dal tribunale di Cuneo con l'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta per i rapporti che la sua Eventi6 di Rignano sull'Arno aveva con la ditta di volantinaggio cuneese Direkta, amministrata da Mirko Provenzano. Altri imputati sono Paolo Buono di San Secondo di Pinerolo, cliente di Direkta e Franco Peretta di Rivalta Bormida che teneva la contabilità per Provenzano. Per loro e per Lalla il processo comincerà il 19 giugno. Così ora Matteo Renzi sarà contento.

I fatti, come ricostruiti dalla procura di Cuneo, risalgono all'aprile 2013. Tutto sarebbe avvenuto prima del fallimento della Direkta nel 2014 e proprio per evitare che ciò accadesse. I fornitori della società cuneese premevano per avere i loro soldi (avevano presentato in tribunale a Cuneo un ricorso per decreto ingiuntivo di circa 1,7 milioni di euro) ma le casse erano vuote. Provenzano, Bovoli e Buono si sarebbero, dunque, accordati per evitare che questo denaro risultasse dovuto. Per il pm «a richiesta di Provenzano e agendo d'accordo con Erika Conterno, responsabile amministrativo della società fallita, Bovoli, quale amministratore della Eventi6 (già Chil promozioni srl) emetteva tre lettere datate 20 febbraio, 15 maggio e 16 ottobre 2012 con richiesta di note di credito per penali e disservizi per riqualificare in questo modo alcune note di credito emesse da Direkta nel corso del 2012, il tutto a titolo di storno fatture per riconoscimento di spese». In altre parole con queste carte si contestava ai fornitori un disservizio applicando delle penali e pretendendo che i pagamenti, proprio per questo, non fossero dovuti.

Provenzano è già stato condannato per reati fiscali e ha patteggiato per la bancarotta. Fonti fiorentine rivelano che anche la Bovoli patteggerà. A Lalla la procura contesta, per l'esattezza, il reato di «concorso in bancarotta documentale aggravata dall'entità del danno patrimoniale». «Ampiamente previsto, ci difenderemo al dibattimento», commenta Federico Bagattini, legale dei genitori di Renzi.

La vicenda è iniziata con un'indagine della guardia di finanza di Cuneo. Durante un controllo, nato in seguito all'esposto di un creditore, era emerso che la Direkta avesse approfittato di alcune note di credito emesse dalla società della Bovoli per far quadrare i conti del proprio bilancio. Note di credito emesse nel 2012, per un importo di 78mila euro, che la procura ritiene fittizie e concordate a tavolino. La Direkta, prima di fallire, avrebbe operato insomma come subappaltante della Eventi6 restituendo una percentuale al committente. Secondo l'accusa, la Direkta chiedeva pezze d'appoggio retrodatate e la Bovoli provvedeva sempre. In pratica la Bovoli pagava e Provenzano restituiva con giustificazioni fasulle.

È proprio dalla vicenda cuneese che è partita poi l'inchiesta di Firenze che ha portato agli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e sua moglie.

Entro domani il gip di Firenze deciderà sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari sui quali la procura ha però già dato parere negativo.

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