Cronache

Altre 2 Ong pronte a firmare. E gli spagnoli denunciano: "I libici ci sparano contro"

Anche Open Arms e Sos Mediterranee sottoscrivono il documento del Viminale. Ora ne mancano solo 3

Altre 2 Ong pronte a firmare. E gli spagnoli denunciano: "I libici ci sparano contro"

Proactiva Open Arms è la quarta Ong a firmare il Codice di comportamento stilato dal ministero dell'Interno. L'accordo è stato sottoscritto ieri al Viminale. Domani, con ogni probabilità, sarà la volta di Sos Mediterranée, che ha annunciato un'apertura. Restano quindi ancora fuori dal sistema di soccorso nazionale Medici senza frontiere, Sea Watch e Jugend Rettet, la cui nave è attualmente sotto sequestro dopo l'indagine della Procura di Trapani. La firma di Proactiva arriva, tra l'altro, dopo il divieto di due giorni fa imposto dall'Mrcc all'imbarcazione Golfo azzurro, che ieri sera veniva scortata dalla Guardia costera italiana verso la Sicilia occidentale per far sbarcare i tre migranti che porta a bordo. La Ong spagnola, peraltro, ha denunciato ieri che contro un'altra sua imbarcazione sono stati sparati alcuni colpi d'arma da fuoco da parte degli uomini a bordo di una motovedetta libica. Il fatto sarebbe avvenuto in acque internazionali.

«I guardiacoste libici - hanno spiegato i volontari dell'Organizzazione non governativa - finanziati dall'Italia e dall'Europa, ci hanno minacciato in modo molto aggressivo arrivando a sparare in aria all'altezza delle nostre teste. La nostra barca stava a 13 miglia, fuori dalle acque libiche. È stato un atto deplorevole». Peraltro le polemiche sul mancato attracco della Golfo azzurro si fanno sempre più forti, anche perché sarebbe stato proprio il centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera, che ha sede a Roma, a inviare l'imbarcazione lontano dalla zona Sar per recuperare i tre libici che si trovavano su una barca di vetroresina. Nel tornare indietro, però, le autorità italiane avrebbero negato l'ingresso nel porto di Lampedusa perché la zona di recupero degli immigrati si trovava più vicina all'area di competenza maltese.

Sulla questione del Codice per le Ong si è espresso anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. «È indispensabile - ha detto - perché stavano accadendo vicende che creavano preoccupazioni e sospetti: queste regole servono assolutamente. La Commissione Ue è stata chiara, ma è importante che l'Italia parli con voce unica. Non possono esserci politiche equivoche e in questa direzione è stato importante il messaggio del presidente della Repubblica». Una presa di posizione netta, che si aggiunge a quella del ministro dell'Interno Marco Minniti, che mesi fa, alla luce dell'apertura della prima indagine del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, si mostrava scettico riguardo a una possibile connessione tra Ong e i trafficanti.

Le informazioni dei nostri servizi e il procedere delle varie inchieste ha fatto sì che anche il titolare del Viminale si convincesse che per regolamentare il flusso dei migranti verso l'Italia era necessario stilare un codice per bloccare il traffico di esseri umani.

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