Cronache

Altri tremila disperati «Italia beffata dall'Ue»

Maxi operazione di recupero al largo e sotto le coste libiche. Gasparri: "Umiliati dall'Europa utilizziamo le nostre forze per farci invadere"

Altri tremila disperati «Italia beffata dall'Ue»

Maxi operazione di recupero immigrati al largo e fin sotto le coste libiche. Ed è emergenza. Sedici gommoni e sei barconi stracarichi di migranti hanno lanciato ieri l'Sos raccolto dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma, che ha dirottato diverse unità navali nelle aree segnalate. La nave Fiorillo, la Diciotti e 4 motovedette, tutte della Guardia costiera, una nave norvegese in forza a Triton e, ancora, mezzi della Marina militare e della Guardia di Finanza hanno lavorato senza sosta visto l'alto numero di migranti che si è riversato in mare per raggiungere l'Italia. In arrivo sulle nostre coste circa 3300 immigrati. E le partenze dalla Libia sono a ciclo continuo. Arriveranno a Vibo Valentia a bordo della Bourbon Argos di «Medici senza frontiere» 319 immigrati recuperati in tre operazioni. Una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa ne ha tratti in salvo 111, la CP291 ha soccorso due gommoni con in tutto 187 migranti, 322 sono quelli trasbordati su un'unità navale norvegese. In due interventi la Marina militare ha soccorso quasi mille persone: 507 sono sulla nave Cigala Fulgosi, 432 sulla Vega.

Le interminabili operazioni di soccorso sono iniziate nella notte tra venerdì e ieri, quando la Guardia costiera ha salvato quasi 300 profughi, poi trasbordati su un'unità navale della Guardia di Finanza. Sono oltre 105mila i migranti sbarcati in Italia nel 2015, con dati aggiornati al 19 agosto. Una marea, a cui si aggiungono i morti che funestano il mare e quelli recuperati e tumulati nei cimiteri siciliani. Gli ultimi a perdere la vita sono stati i 49 soffocati nella stiva del peschereccio con cui volevano raggiungere l'Italia con altri 312 compagni di viaggio che sono approdati a Catania. L'autopsia sarà effettuata su una dozzina di salme, quelle che presentano segni di violenze. Saranno gli esiti dell'esame a confermare o meno i racconti dei superstiti sulle sevizie subite durante la traversata.

Hanno rischiato di fare la stessa macabra fine molti passeggeri di un barcone partito dall'Egitto. A bordo vi erano 432 immigrati, mentre il natante ne avrebbe potuti contenere una trentina. Alla partenza erano circa 600, ma i passeggeri, comprendendo il rischio cui andavano incontro, si sono ribellati. E una parte del carico umano è stata lasciata dagli scafisti in spiaggia, in attesa di un'altra partenza. Non contenti del costo del biglietto di 2000 euro a persona pagato dai passeggeri, i timonieri, sei egiziani, arrestati dalla polizia di Palermo, hanno chiuso in stiva donne e bambini, chiedendo un riscatto alle famiglie per liberarli. I migranti, giunti a Palermo il 19 agosto, raccontano di violenze subite.

L'enorme ondata che sta investendo le nostre coste mette a dura prova il sistema di accoglienza che, pur oliato, visti i grossi numeri raggiunti, deve fare i conti con un carico non indifferente. Le partenze programmate dai Cpsa verso altre strutture in Italia sono all'ordine del giorno, per garantire posti liberi ai nuovi arrivati. Oneroso il fardello che incombe sulle forze dell'ordine che, malgrado il deficit di unità, devono lavorare sui due fronti: individuare gli scafisti ed effettuare i controlli sull'identità degli arrivati. Roba non da poco, visto che la gran parte degli immigrati non ha documenti.

«Si va oltre lo scafismo di Stato». Il senatore Maurizio Gasparri pone l'accento sul ruolo dell'Italia. «Umiliati e beffati dall'Ue, usiamo le nostre forze per alimentare gli affari dei trafficanti e farci invadere.

Solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina, costrette da un governo di incapaci a sostenere un malaffare che pagheranno gli italiani».

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