Politica

Altri veleni in casa M5S: la rottura Grillo-Casaleggio

Il libro di due ex: divorzio prima della morte del guru Beppe a Torino, bufera sulla strana febbre del sindaco

I l Movimento Cinque Stelle? «Il più grande raggiro di massa mai messo in piedi in una democrazia occidentale». Non che ci volesse molto a capirlo, ma stavolta a scriverlo sono due che il Movimento lo hanno conosciuto dal di dentro, e addirittura sono stati nella sua stanza dei bottoni: Nicola Biondo, ex capo della comunicazione dei grillini alla Camera, e Marco Canestrari, collaboratore della Casaleggio e organizzatore dei meet up.

I due, evidentemente allarmati dalla deriva del «sogno» (o dell'incubo) iniziale del grillismo, hanno deciso di raccontare un po' di succulenti retroscena in un pamphlet dal titolo significativo: Supernova: come è stato ucciso il Movimento Cinque Stelle.

A cominciare dalla clamorosa (e fin qui ignota) rottura tra i due boss della baracca Cinque Stelle: il boccoluto, nonché defunto, Gianroberto Casaleggio e l'ex comico Beppe Grillo. «Vaffanculo! Non ti voglio più sentire», pare siano state le ultime parole famose pronunciate da Casaleggio, poco prima della morte, in una telefonata col compare Grillo. Uno scontro maturato nei mesi e con al centro il potere sul Movimento: «Ci sono tre soggetti che gestiscono il potere e sono in lotta tra di loro anche se non lo ammetteranno mai: l'azienda Casaleggio Associati, Grillo e il direttorio», ha spiegato Canestrari in una recente intervista. Tre blocchi di potere «con interessi da difendere che sono in contrasto tra di loro». Primo tra gli interessi, la gestione del database degli iscritti al Movimento, «asset determinante» sia per i guadagni della Casaleggio e che per il controllo delle decisioni nel partito grillino.

Racconta il libro che Casaleggio (e i parlamentari da lui controllati) avevano deciso di estromettere Beppe Grillo dalle principali scelte aziendal-politiche, spostando - a sua insaputa - il controllo digitale sul partito dal blog dell'ex comico ad una nuova piattaforma. Grillo «la prese male», raccontano gli autori, perché ora «non è più il suo blog il motore propulsore del Movimento». Casaleggio «sceglie di guardare oltre il vecchio sodale», per «tutelare» i profitti della sua azienda e «accontentare le richieste dei parlamentari». Beppe è furioso: «Non è questo che la nostra gente vuole, non mi riconosco in questa roba», si lamenta. Intanto Casaleggio si ammala e a Roma alcuni giovanotti spregiudicati vedono la chance di arrampicarsi verso la leadership del partito. «Gianroberto è morto, Beppe è isolato e io resto in mezzo a quei ragazzini cattivi», si lamenta l'ortodossa Carla Ruocco ai funerali del boccoluto, con chiaro riferimento ai vari Di Maio e Di Battista, lanciatissimi nella corsa al predominio. Il furibondo scontro di potere emerso con il disastro romano della sindaca Raggi ha dunque radici più lontane di quanto si sapesse.

E la kermesse Cinque Stelle di sabato prossimo a Palermo «potrebbe essere l'ultima di Grillo leader». Il comico non smentisce le indiscrezioni. E si precipita a Torino da Chiara Appendino (che per accoglierlo si dà malata ad un incontro con i cittadini e poi chiede scusa tramite la rete), nel tentativo di far dimenticare il caos capitolino: «Siamo appena all'inizio, ma abbiamo tutte le carte in regola per rendere possibile l'impossibile».

E si comincia a vedere.

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