Quirinale 2015

Il Cav e Alfano siglano il patto sulle Regionali

Nel centrodestra c'è chi ormai già ragiona in prospettiva e oltre alla partita quirinalizia cerca di tirare le somme in vista delle regionali di primavera

Il Cav e Alfano siglano il patto sulle Regionali

Gli occhi sono puntati tutti sul Quirinale perché fra meno di una settimana - giovedì alle ore 15 - il Parlamento in seduta comune procederà con il primo scrutinio per eleggere il successore di Giorgio Napolitano. Una partita complicata, ma che sembra destinata a portare sul Colle un nome su cui vi sia il placet dei principali azionisti del patto del Nazareno (ieri erano altissime le quotazioni di Anna Finocchiaro), nonché all'area centrista che comprende Ncd, Udc e i resti di Scelta civica. Perché, spiegava ieri in Transatlantico Maurizio Lupi, «l'intesa sul Quirinale tra Berlusconi e Alfano comporta che Renzi non ci possa imporre un suo uomo», mettendo Forza Italia e Ncd nella condizione di fare delle controproposte. Alla fine insomma - magari strizzando l'occhio all'area più dialogante della minoranza dem (quella guidata da Pier Luigi Bersani) - si va verso una soluzione sostanzialmente condivisa della partita per il Colle.

Così, nel centrodestra c'è chi ormai già ragiona in prospettiva. E guarda oltre la pur delicata partita quirinalizia cercando di tirare le somme in vista delle regionali di primavera. Si voterà, infatti, in sette regioni: Veneto, Campania, Puglia, Liguria, Toscana, Umbria e Marche. E Forza Italia ed Ncd danno già per scontato che presenteranno candidati comuni. Anzi, sul tavolo c'è anche l'ipotesi che in una delle regioni date comunque per perse il candidato presidente sia proprio un esponente di Ncd. Non è escluso, però, che Alfano possa decidere di passare invece la mano e conservarsi la possibilità di chiedere un suo candidato se in Sicilia si aprisse la strada del voto anticipato (il fatto che Rosario Crocetta abbia cambiato 33 assessori in 24 mesi lo fa ben sperare).

La trattativa, dunque, è in fase piuttosto avanzata. E ovviamente guarda alle prossime politiche dove - stante l'Italicum - Forza Italia e Ncd convergeranno in una sola lista (insieme all'Udc, all'area di Scelta civica e - nonostante le ritrosie - anche a Fratelli d'Italia). Diversa la condizione della Lega, anche perché un'alleanza sotto l'ombrello del Ppe farebbe comunque fatica ad allargarsi ad un partito che in Europa è alleato con Marine Le Pen. La politica, però, insegna che tutto è possibile.

A Torino, per esempio, la scorsa settimana si sono seduti allo stesso tavolo Forza Italia (Gilberto Pichetto), Ncd (Enrico Costa), FdI (Maurizio Marrone) e Lega (Roberto Cota) per discutere del futuro del centrodestra nella regione.

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