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Altro che sciacalli, è "mala" organizzata: nel Reatino cerca un tesoro milionario di gruzzoli e risparmi

Nel Reatino cerca un tesoro milionario di gruzzoli e risparmi

Altro che sciacalli, è "mala" organizzata: nel Reatino cerca un tesoro milionario di gruzzoli e risparmi

Roma - Se ne parla a mezza voce, perché non esistono conferme ufficiali (come potrebbero?). Alcune fonti riservate ammettono però che la situazione potrebbe essere «più delicata delle altre volte» e che gli sciacalli stavolta si siano mossi in branco. Non ci sono, mediaticamente parlando, neppure intercettazioni tipo quelle dell'imprenditore che se la ride di gusto col cognato, fregandosi le mani nella notte maledetta dell'Aquila, «perché non è che c'è un terremoto al giorno» e «bisogna partire in quarta».

A partire in quarta, invece, pare che sia stata la «mala». Con le antenne tese e zaini pronti, fin dal primo mattino seguito alla tragedia di Amatrice, Arquata, Accumoli. Un tam-tam incessante, virtualmente passato dalle bande organizzate sul litorale laziale a quelle dell'entroterra casertano, per finire ai balordi di ogni ordine e grado. Predoni convinti, non si sa in base a quali stime o dati di fatto legati all' «economia del sommerso», che sotto le macerie di quel martoriato lembo del Reatino ci sia un vero e proprio «tesoro», quantificabile addirittura tra gli otto e i dieci milioni di euro. Gruzzoli e risparmi di una vita mantenuti sotto il più classico dei nascondigli, il materasso. O in ripostigli ricavati nella muratura delle case. In virtù dell'elevata età anagrafica degli abitanti di quelle terre e delle attività prevalenti sul territorio (ristorazione, allevamenti, produzione di alimenti tipici), gli sciacalli della «mala» si sarebbero così passati la voce per concentrarsi nell'area colpita (d'altronde è stato senza precedenti l'afflusso di soccorritori già nelle prime ore dell'alba, con lunghissime code).

Neppure le zone off-limits avrebbero scoraggiato queste iene ridens, capaci di aggirare i divieti e passare attraverso i sentieri nei boschi per raggiungere le frazioni più isolate. Alcuni di essi, come segnalato dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Rieti, si fingono giornalisti o appartenenti alla Protezione civile, se non addirittura alle Forze dell'ordine. Ieri una donna è stata avvicinata da un paio di giovanotti che, alla richiesta di esibire un tesserino di riconoscimento, si sono dati alla fuga. Altri due presunti giornalisti pare si siano distinti per l'insistenza nella ricerca della villa di Claudio Lotito, il patròn della Lazio che proprio ieri ha raggiunto i suoi luoghi natii: il nonno era di Amatrice, la sua casa quella accanto alla chiesa di Sant'Agostino. Ancora un'altra coppia, due italiani di circa trent'anni, era stata invece fermata dai carabinieri due giorni fa: dagli accertamenti è risultato che fossero pregiudicati con numerosi precedenti per furto e rapina. Atti di sciacallaggio ha denunciato il sindaco di Arquata, fin dalla prima notte dopo il sisma. E uno dei primi arrestati, un pluripregiudicato di 45 anni con in tasca un biglietto di treno Napoli-Roma, ha indotto il sindaco Luigi De Magistris ad avanzare la richiesta di costituzione di parte civile nei confronti dello sciacallo che «ha infangato il buon nome del Comune di Napoli».

Che siano vere o meno, le voci della «mala» sulla gran quantità di denaro sotto le macerie, l'allarme è rimasto giustamente alto in tutte queste ore e la preoccupazione degli abitanti è ancora notevole. Al punto che molti terremotati, come si è visto anche nei servizi televisivi, specie nelle frazioni decentrate, hanno preferito non fidarsi e scelto di dormire nelle auto, piuttosto che allontanarsi dalle macerie delle proprie case.

Una guardia «assidua» ai propri beni che ha motivato fin dai primi giorni l'auto-organizzazione dei cittadini terremotati (specie gli agricoltori) in veri e propri servizi di ronda che supportassero il già considerevole spiegamento di mezzi e forze da parte di carabinieri, polizia e guardia di finanza.

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