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Altro che taglio delle tasse, Renzi rimanda tutto di un anno

Il Def arriva al Consiglio dei ministri. Per il premier niente slide e poche promesse: "Non ci saranno tagli, né aumenti, ma via le clausole di salvaguardia"

Altro che taglio delle tasse, Renzi rimanda tutto di un anno

"Le tasse non aumenteranno, un’eventuale riduzione ci sarà nella legge di stabilità per il 2016, se saremo in condizione". Il Def arriva in Consiglio dei ministri e Matteo Renzi smentisce l'ipotesi di una nuova spending review ai danni degli enti locali, "È finito il tempo in cui politici chiedevano sacrifici ai cittadini, da questo governo non vengono richieste nuove tasse, noi continueremo con la detassazione, con misure che serviranno a creare crescita e occupazione".

Rinuncia alle slide, il premier, che preferisce non sbilanciarsi su un documento che verrà approvato soltanto venerdì. "Non ci sono tagli e non c’è aumento delle tasse", ha detto Renzi, "Da quando siamo al governo l’operazione costante è di riduzione delle tasse". Ma non rinuncia a qualche annunco: "Abbiamo disattivato 3 miliardi di clausole che avevano previsto i governi precedenti", ha detto al termine del Cdm, aggiungendo però che nel 2015 saranno comunque ridotte in parte le tasse per 18 miliardi, anche se la crescita "sarà allo 0,7%" perché il governo ha voluto essere "prudente".

"Il Pil crescerà dello 0,7% quest’anno, dell’1,4% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017", ha aggiunto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, secondo cui il rapporto deficit/Pil dell’Italia sarà del 2,6% per quest’anno, del 1,8% nel 2016, dello 0,8% nel 2017. "Nel 2018 la regola del debito sarà pienamente soddisfatta, l’incubo della montagna del debito che può attivare la ghigliottina delle regole sarà finalmente via", ha aggiunto il ministro, "Se applicata domani la regola del debito varrebbe più di 2 punti di Pil".

Il premier ha infine difeso i provvedimenti già attuati, a partire dai famigerati 80 euro di bonus Irpef per cui dire che abbia portato a un aumento delle tasse è "un controsenso per i cittadini".

E sul 730 precompilato: "Noi consideriamo il 2015 un numero 0 per la dichiarazione dei redditi precompilata, vediamo come può essere fatta questa sorta di grande sperimentazione, credo sia comunque un passo avanti", ha detto Renzi.

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