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"Alzare l'Iva uccide i consumi Tasse giù a famiglie e imprese"

Confcommercio chiede al governo di restare fuori dalle relazioni industriali: "No alle clausole di salvaguardia e riforma fiscale"

"Alzare l'Iva uccide i consumi Tasse giù a famiglie e imprese"

Roma Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, il malcontento della vostra assemblea verso il premier Renzi è segnale di malessere. Come lo interpreta?

«I fischi che sono arrivati quando il premier ha parlato degli 80 euro non sono certo giustificabili, ma non dobbiamo sottovalutarli e hanno una spiegazione. Con ogni probabilità quelle 4-5 persone che hanno mostrato intolleranza nei confronti del premier sono, magari, imprenditori stremati dalla crisi e che non hanno beneficiato della misura. Le nostre sono assemblee vere: non ci sono barriere, parlano gli imprenditori e io stesso, che sono presidente, quando faccio la mia relazione posso non incontrare la condivisione dei miei associati».

Lei ha chiesto al governo di rispettare di più i corpi intermedi. La rappresentanza è minacciata?

«C'è stata una lunga stagione in cui si è voluto ridimensionare il ruolo delle rappresentanze, sottovalutando il ruolo prezioso che i corpi intermedi svolgono in una democrazia moderna e compiuta. E la presenza di Renzi alla nostra assemblea è proprio il riconoscimento non solo del ruolo e del valore che il terziario di mercato svolge nella nostra economia e di Confcommercio, ma anche dell'importanza di riaprire un dialogo per la crescita e lo sviluppo».

A proposito, lei ha chiesto al governo di non intromettersi nelle relazioni industriali. Cosa rischia di provocare quest'ingerenza?

«La nostra lunga esperienza ci dice che non esiste una sola rotta per legare flessibilità e produttività e ogni settore ha il suo orizzonte. Confcommercio e i sindacati hanno sottoscritto nel 2015 il rinnovo del più grande contratto nazionale di lavoro, quello del terziario, che è vita quotidiana di tre milioni di lavoratori, all'insegna della flessibilità e della produttività. Siamo, perciò, convinti che la materia contrattuale vada lasciata all'autonomia delle parti. Con quest'idea, abbiamo avviato negli ultimi mesi una riflessione importante con Cgil, Cisl e Uil».

La sua denuncia del pericolo di un aumento dell'Iva apre un solco con la linea di Confindustria del nuovo presidente Boccia, favorevole a spostare la tassazione dal lavoro ai consumi.

«Spostare la tassazione sulle cose, cioè aumentare l'Iva, avrebbe lo stesso effetto di un boomerang perché, alla fine, l'Iva la paghiamo tutti e avrebbe un effetto depressivo sui consumi. Perciò abbiamo apprezzato l'impegno, irrinunciabile per la crescita, ribadito da Renzi durante l'assemblea di non aumentarla nel 2017».

La ripresa in Italia non si è concretizzata. Avete chiesto il ripristino della no tax area. Cosa serve al Paese?

«La priorità è una riforma fiscale che, insieme a una decisa azione di tagli alla spesa improduttiva e al contrasto di evasione ed elusione, consenta di ridurre il carico per famiglie e imprese. La nostra proposta è una riforma che preveda poche aliquote e una no tax area uguale per tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi. È necessario, inoltre, proseguire il sentiero di riduzione del rapporto debito/Pil, comprimendo gli sprechi, dismettendo asset pubblici e riducendo il perimetro dell'azione pubblica.

Così si creeranno le condizioni per ridare fiato ai redditi delle famiglie e agli investimenti delle imprese, sostenendo la crescita».

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