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Gli americani non credono al complotto russo

Il 51% convinto dell'hackeraggio, solo un quarto di loro pensa che abbia deciso l'esito del voto

Gli americani non credono al complotto russo

New York - L'America non crede alla tesi del complotto a favore di Donald Trump organizzato dalla Russia durante le elezioni. La presunta interferenza di Mosca nelle presidenziali tiene banco da mesi negli Stati Uniti, ed è tornata alla ribalta soprattutto dopo la diffusione del rapporto della comunità di intelligence Usa secondo cui il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato una campagna per danneggiare la candidata democratica Hillary Clinton e favorire il tycoon.

Sembra però che i cittadini Usa guardino avanti rispetto alla stagione elettorale, almeno stando ad un sondaggio di Wall Street Journal e Nbc News diffuso quando mancano ventiquattr'ore all'insediamento di The Donald alla Casa Bianca. La proiezione, infatti, mostra come la metà degli americani (il 51%) ritenga che Mosca abbia interferito nelle elezioni con l'hackeraggio ai computer del partito democratico. Ma una quota molto più piccola pensa che questo abbia influenzato l'esito: soltanto il 26% di chi crede nell'intervento del Cremlino, infatti, è convinto che Trump avrebbe perso se l'incursione dei pirati informatici non si fosse verificata. Mentre il 36% degli intervistati pensa che il governo russo non abbia condotto alcun attacco cibernetico. E c'è anche un terzo che ritiene il rapporto tra il Commander in Chief eletto e il leader del Cremlino troppo amichevole e non appropriato per un presidente degli Stati Uniti.

Ovviamente le percentuali variano considerevolmente a seconda del partito di appartenenza: tra i democratici sono oltre i tre quarti a credere nell'interferenza russa, mentre la percentuale scende al 22% tra i repubblicani. E ancora solo il 5% di questi ultimi pensa che senza l'hackeraggio russo avrebbe vinto la Clinton, mentre la quota sale al 47% tra i sostenitori dell'Asinello.

Intanto, il Senato Usa ha aperto un'indagine per verificare l'esistenza di presunti legami tra il Cremlino e soggetti associati alle campagne politiche per le presidenziali, mentre Trump ha annunciato che valuterà la revoca delle sanzioni alla Russia. E Putin, da parte sua, ha ricambiato invitando gli Usa ai colloqui di Astana sulla Siria. In ogni caso, il tycoon si appresta a prestare giuramento come il presidente eletto meno popolare della storia americana degli ultimi quarant'anni.

Secondo un sondaggio di Washington Post e Abc News, la sua percentuale di approvazione non supera il 40%, mentre prima dell'insediamento la popolarità di Barack Obama era al 79%, quella di George W.Bush al 62%, e quella di Bill Clinton al 68%. A pesare sul basso rating è anche il fatto che in tanti disapprovano come Trump ha gestito la vicenda degli hacker russi. Fortunatamente per lui, tuttavia, la maggioranza degli intervistati è comunque ottimista sul fatto che il re del mattone riuscirà a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale sul fronte del rafforzamento della ripresa economica e della lotta al terrorismo.

Quanto a popolarità, però, Trump si vede assestare una stoccata dal predecessore Obama, che per Cnn/Orc è uno dei presidenti uscenti più amati dagli americani: la sua popolarità è tornata al 60%, e il 65% considera la sua presidenza un successo.

Meglio di lui hanno fatto soltanto Bill Clinton e Ronald Reagan.

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