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Amici, ex baristi e compaesani: il governo delle assunzioni scomode

Dall'ex collega di Gigino all'ex coinquilino di Toninelli, tutte le polemiche

Amici, ex baristi e compaesani: il governo delle assunzioni scomode

Roma Amici, figliastri, ex baristi e candidati trombati: il governo gialloverde non abbandona nessuno. E in 10 mesi ha stabilito il record di assunzioni imbarazzanti. Il caso Arata (l'assunzione del figlio di Paolo Arata, Federico, nello staff di Giancarlo Giorgetti) sui cui il M5s ha aperto il fuoco è solo l'ultimo in ordine di tempo. E in effetti i veri esperti in incarichi e consulenze che scatenano malumori e veleni sembrano proprio i Cinque stelle.

Il primato, non poteva essere diversamente, spetta al leader e vicepremier Luigi di Maio. Nelle tre strutture, ministero del Lavoro, Sviluppo economico e Palazzo Chigi, il capo grillino ha piazzato amici e compaesani, scatenando un inferno di polemiche. Al Mise, Enrico Esposito, collega dell'Università, alla facoltà di Giurisprudenza di Napoli, è stato promosso a capo dell'ufficio legislativo: la sua nomina fu al centro di aspre polemiche. L'amico del ministro Di Maio fu scoperto essere l'autore, in passato, di tweet sessisti e omofobi. Esposito si difese con la scusa del personaggio in un programma radiofonico. Le polemiche rimasero. E anche i dubbi. All'ufficio accanto a quello di Esposito c'è Assia Montanino: l'assunzione con un contratto da 70mila euro fu tirata fuori da Il Giornale. E creò scalpore, non solo per il compenso ma perché la 26enne non aveva alcuna esperienza nella Pubblica amministrazione. Poi si scoprì che da qualche mese era la fidanzata di Salvatore Barca, braccio destro del ministro Di Maio, anche lui promosso segretario generale del Mise. Anche l'assunzione di Barca, altro conterraneo di Di Maio, creò imbarazzo: il Pd presentò un esposto alla Corte dei Conti, sostenendo che non avesse i titoli. A Palazzo Chigi c'è Dario De Falco, amico d'infanzia del vicepresidente del Consiglio Di Maio con un contratto di capo della segreteria particolare e stipendio di 99 mila euro l'anno.

Restando nel campo grillino, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha assunto Massimo Casiraghi, ex barista ma laureato, per studiare dossier e fare da filtro per gli appuntamenti. Grazie all'era gialloverde, il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha potuto scegliere come consulente l'ex coinquilino Pietro Gancitano: un coetaneo con cui divideva la casa ai tempi dell'Università a Firenze. L' incarico è stato conferito su mandato del ministro il 7 novembre del 2018: sarà consigliere per le libere professioni del Ministro con uno stipendio di 51mila euro all'anno. E sempre ai piani alti dei Cinque stelle ha provocato qualche mal di pancia lo stipendio di Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L'ex concorrente del Grande Fratello intasca una somma di poco inferiore a 170mila euro. Il premier poco più di 114mila.

Spostandosi nel campo leghista: l'ultima assunzione imbarazzante è quella di Federico Arata, figlio di Paolo, indagato con il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri nell'inchiesta sull'eolico. Federico è stato assunto dal sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, al Dipartimento programmazione economica.

Anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini è finito al centro delle polemiche per la scelta di Leonardo Foa, figlio di Marcello, presidente del Cda Rai. Foa jr lavora nello staff comunicazione del Viminale e si occupa alla gestione dei social network. Per giorni il ministro dell'Economia Giovanni Tria è stato bombardato per il caso Bugno: Claudia Bugno è una consigliera del ministro.

La polemica è nata dall'assunzione del figliastro di Tria in una società in cui il compagno della Bugno è amministratore.

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