Politica

Rom, dieci anni di bandi del Comune di Roma che "non tornano"

Individuati profili di anomalia nella gestione del servizio di scolarizzazione dei minori rom

Rom, dieci anni di bandi del Comune di Roma che "non tornano"

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), guidata da Raffaele Cantone, ha individuato “alcuni profili di anomalia” nella gestione del servizio di scolarizzazione dei minori rom, sinti e caminati (Rsc) nei villaggi attrezzati e nei campi non attrezzati di Roma Capitale nel periodo che va da settembre 2005 ad agosto 2015.

Questo è quanto emerge da una delibera del Consiglio Anac che, adesso, verrà inviata alla Procura Generale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per gli ulteriori pronunciamenti.

Tutto questo si candida a rappresentare l’ennesima tegola in testa per l’amministrazione capitolina che, proprio secondo l’istruttoria Anac, avrebbe dato seguito a procedure irregolari di affidamento del servizio in esame per almeno un decennio. E, in particolare, nel mirino dell’Autorità anticorruzione ci sono 15 procedure negoziate, ovvero in deroga alla regola generale della massima concorsualità, che difetterebbero proprio del presupposto legittimante della “estrema urgenza”. Come ricorda l’Anac, infatti, la deroga al principio generale dell’evidenza pubblica è connotata da caratteristiche “speciali” che le controdeduzioni fornite dal Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale non sono riuscite a soddisfare.

“Pur prendendo atto di tali problematiche e delle difficoltà che l’amministrazione comunale si è trovata ad affrontare”, chiosa l’Anac in merito alle “giustificazioni” accampate dal Comune di Roma, le risultanze istruttorie sono tutte confermate.

Inoltre, sempre i rilevamenti istruttori, avrebbero messo in luce la “carenza di rotazione tra operatori economici”. Insomma, in poche parole, a beneficiare dei diversi affidamenti, in barba ai principi di trasparenza, concorrenza e rotazione, sarebbe stata “essenzialmente” una ristrettissima platea di operatori che la delibera provvede ad elencare: Arci Solidarietà Lazio Onlus; Casa dei Diritti Sociali Focus Onlus, Ermes Cooperativa Sociale Onlus; Cooperativa Sociale Eureka I Onulus.

Davanti a questo scenario, le reazioni politiche non sono mancate. Soddisfazione è giunta da Fabrizio Santori, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: “Un passo straordinario ed eclatante che frena il business degli ultimi 10 anni di chi ha lasciato che si lucrasse senza controlli sui nomadi, e apre un varco alla legalità che non può non essere colto dal Campidoglio”, ha commentato dato anche il fatto che il pronunciamento in questione muove proprio da un suo esposto.

Se il problema ha radici antiche, adesso, spetta all’amministrazione pentastellata ristabilire la tanto sbandierata “legalità”. “Attualmente – prosegue Santori – ci risulta che l’amministrazione capitolina sia ancora in regime di proroga rispetto al servizio di scolarizzazione dei nomadi, e ci chiediamo se almeno ora abbia attivato i bandi, anche e soprattutto alla luce di questi rilievi.

E’ ora di far finire questo sistema che per anni ha foraggiato le solite cooperative creando quella giungla imperscrutabile in cui si sono perse le risorse dei romani favorendo il business della finta solidarietà”.

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