Politica

"Da analfabeti pensare di avere vantaggi"

Il politologo Edward Luttwak: "Pagherete il patto: sarete invasi dalle loro merci senza esportare"

"Da analfabeti pensare di avere vantaggi"

«Non credo che il vostro governo se ne renda conto, ma questa decisione rischia di far pagare all'Italia un prezzo molto alto». Dal suo ufficio di Washington Edward Luttwak, analista politico attento alle vicende italiane, guarda con stupore alle mosse dell'esecutivo M5s-Lega, da lui bollato senza mezzi termini come «una banda di ignoranti».

Ma il premier Conte assicura che il memorandum con la Cina «offre preziose opportunità per le nostre imprese».

«Falso. I paesi che fanno accordi di questo tipo con la Cina finiscono per importare più prodotti cinesi, non per esportare di più. Se lo scopo era di vendere, sacrificare l'alleanza strategica dell'Italia per scopi commerciali, allora è una decisione da analfabeti. Non capiscono che nell'economia cinese la gente non compra prodotti stranieri per riconoscenza, hanno firmato l'intesa quindi ora compriamo la loro merce. Assolutamente non funziona così con Pechino. I cinesi non importano dall'estero quello che possono fare in casa loro. Quindi se lo scopo era il solito sgambetto all'italiana per avere vantaggi dal nemico comune, è una mossa analfabeta».

Con la Via della Seta saremo invasi da prodotti made in China senza avere vantaggi nell'export.

«Naturalmente, bastava vedere quello che è successo ai paesi che lo hanno fatto già. Impatto zero sulle esportazioni. Al governo avete gente ignorante che non sa cosa sta succedendo a livello internazionale. Questa gente al massimo è informata su cosa accade a Cosenza o a Voghera. Chi segue la politica internazionale sa benissimo che per l'Italia allearsi coi cinesi non è una cosa seria. E che i cinesi non sono riconoscenti».

Il governo però si aspetta investimenti sulle infrastrutture.

«Hanno confuso Xi Jinping, il dittatore cinese, con Babbo Natale. Sono tutte idee bizzarre. I cinesi vanno a fare infrastrutture nei paesi sottosviluppati, dove possono costruire fregandosene delle regole ambientali, delle norme, facendo quello che gli pare. Non in Italia. Sperare in una mancia da Pechino è segno di grande debolezza, è la solita tentazione italiana di sgambettare gli Stati Uniti e gli alleati. Anche Andreotti lo fece in Medio Oriente collaborando con i terroristi arabi».

Che conseguenze politiche avrà questa scelta del governo italiano?

«Ridurre ulteriormente il rispetto internazionale per l'Italia. Perché dimostra una totale incapacità di capire che c'è un conflitto in atto tra Cina e dall'alta un'alleanza marittima che comprende Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, India, Vietnam, che chiedono a Pechino di tornare al peaceful rise, alla politica pacifica del passato. Se non farà questo ci sarà la guerra fredda e Xi pagherà il suo errore strategico perché le potenze marittime hanno più tecnologia, più potenza militare e più soldi».

Quindi ad un passo da una guerra fredda con la Cina, l'Italia si schiera non con i suoi alleati ma con Pechino.

«Ripeto, avete governanti paurosamente ignoranti».

È questo il giudizio degl Usa verso l'esecutivo italiano?

«Da una parte c'è Salvini che dice voglio difendere le frontiere del mio paese. Questo lo capiscono e lo rispettano. Quello che non possono accettare sono idee strane come il reddito di cittadinanza, un atto disperato, e poi il no alla Tav. In un paese di disoccupazione come l'Italia essere contro i progetti infrastrutturali è inconcepibile. Poi dare dei soldi a gente che sta a casa e mangiare la minestra della madre è assurdo e controproducente».

Assumeranno 3mila persone («navigator») per trovare lavoro ai disoccupati con reddito di cittadinanza.

«Altra assurdità. In Connecticut, dove non c'è lavoro, la gente va via per andare in Texas, dove trova lavoro. In una teoria normale sono i disoccupati che si spostano verso il lavoro, non è lo Stato che assume qualcuno per trovarglielo sotto casa.

L'unica ricetta che serve all'Italia è meno tasse, regole più semplici sul lavoro, finanza privata per opere pubbliche».

Commenti