Cronache

Andrea ucciso. Il padre: "So chi è stato, lo ammazzo"

Ma gli inquirenti smentiscono lo sfogo dell'uomo. La Procura: è omicidio volontario Interrogato il cacciatore che ha ritrovato il corpo: "Sono sereno". Sequestrata la sua auto

La scientifica sul luogo del ritrovamento del cadavere di Loris Andrea
La scientifica sul luogo del ritrovamento del cadavere di Loris Andrea

La Procura indaga per omicidio volontario; il piccolo Andrea Stival, prima di essere ucciso, potrebbe aver subito abusi sessuali; l'auto del cacciatore che ieri ha ritrovato il cadavere è stata posta sotto sequestro. Sono queste le tre clamorose notizie emerse nella giornata di ieri sul caso del bimbo di 8 anni trovato morto sabato pomeriggio nel Ragusano. In serata, poi, lo sfogo-choc del padre di Andrea Loris: «Perché prendersela con mio figlio? Questa volta lo ammazzo con le mie mani», la frase che sarebbe stata pronunciata da Davide Stival all'arrivo in Questura a Ragusa, secondo quanto diffuso dall' Agi . Secca, in proposito, la smentita degli inquirenti: «Il padre di Loris non ha mai parlato dell'omicidio del figlio né ha mai detto di sapere chi è stato e di volerlo uccidere».

Proprio dalla «gente», intanto, deve essere partita la «dritta» che ha portato alla convocazione in Questura del cacciatore Orazio Fidone, lo stesso uomo che sabato pomeriggio ha trovato «casualmente» il cadavere del bimbo e che poi ha dispensato lacrime a favore di telecamera, descrivendo nei dettagli il corpo della «povera creatura». «Sono in Questura per aiutare la indagini - ha dichiarato Fidone - e ho messo la mia auto a disposizione degli investigatori. La mia intenzione è di chiarire tutto nel più breve tempo possibile». E poi, con parole sempre più confuse: «L'ho cercato in quel posto perché pensavo che era una zona dove nessuno sarebbe andato». Si era dato un gran da fare Orazio, un omone coi baffi, dall'aspetto rassicurante del nonno buono. Di quelli che si commuovono facilmente. E infatti in tutti i tg Fidone aveva gli occhi rossi e le parole che gli si strozzavano in gola: «Povero Andrea, aveva un po' i pantaloni abbassati... temo sia stato violentato». Ora gli inquirenti da lui vogliono sapere qualcosa in più. Forse molte cose in più. «Sono sereno», ha affermato ieri sera al termine dell'interrogatorio durato quattro ore.

E dire che la maledetta mattina di sabato era cominciata nella maniera più normale. Con mamma Veronica che ha accompagnato il figlio a scuola, lasciandolo come consuetudine davanti al cancello dell'elementare di Santa Croce Camerina (Ragusa). «Ciao amore, vengo a riprenderti alla solita ora...fai il bravo»; «Va bene mamma, a dopo...». Andrea però non entra in classe. Si allontana da solo o con qualcuno? Fatto sta che quando all'ora di pranzo la madre torna per riprenderlo, scopre la «bigiata». Capisce subito che non si tratta della solita marachella. Ha un brutto presentimento. E quando le mamme hanno un brutto presentimento, quasi sempre ci azzeccano. E infatti, 4 ore dopo, il corpo senza vita di Andrea viene ritrovato tra le erbacce in una zona di campagna a pochi chilometri dalla scuola: la faccia con un leggero ematoma (non compatibile con una caduta casuale) e sul corpo altri segni (compatibili anche con una possibile violenza sessuale). Ma per avere certezze bisognerà attendere gli esiti dell'autopsia. Dal riserbo imposto giustamente dalla Procura di Ragusa è filtrato però che il rigor mortis del cadavere sarebbe risultato «avanzato», quindi da spostare indietro di qualche ora, rispetto al rinvenimento del corpo. Per gli esiti definitivi bisognerà attendere non meno di due settimane. Guai però ad aspettare senza far nulla. L'esperienza, in casi analoghi, insegna che sono queste le ore cruciali che segnano il confine tra una possibile inchiesta-flop e un'indagine risolta felicemente. Il procuratore che ha in carico il caso è una persona esperta e così anche i suoi più stretti collaboratori. Composta la reazione della famiglia Stival: «Abbiamo molti dubbi, ma anche tanta fiducia nella giustizia». Intanto, a 48 ore dal drammatico epilogo di questa brutta storia, qualche punto fermo esiste. Punto uno: il bambino non è morto per una caduta accidentale (la Procura ha infatti aperto un fascicolo per omicidio volontario). Punto due: Andrea non è arrivato da solo e a piedi in località «mulino vecchio» (la zona dove è stato trovato il suo cadavere). Punto tre: le prime immagini che gli inquirenti hanno visionato sono quelle del sistema di sorveglianza di un panificio, un video che conferma la versione fornita dalla madre, ovvero dopo aver lasciato il piccolo Andrea a scuola, ha accompagnato all'asilo l'altro figlio di 4 anni. Punto quattro: il corpo di Andrea è stato rinvenuto privo dello zainetto con cui era andato a scuola.

Punto cinque: ritrovare quello zainetto significa avere tra le mani un'ottima traccia per risalire all'assassino o agli assassini del bimbo. E qui entrano in ballo una serie di suggestioni in bilico tra riscontri concreti e timori irrazionali. Gli inquirenti confermano infatti che in diverse zone del Ragusano (Scicli, Monterosso, Giarratana) negli ultimi tempi si è visto circolare davanti alle scuole un fantomatico «furgone bianco» con a bordo «persone sospette»; che qualcuno, volando con la fantasia, ha ribattezzato come la «banda dei ladri di bambini». Durante le fasi della scomparsa di Andrea non ci sono tracce di furgoni, anche se pare plausibile che il bimbo per arrivare al «mulino vecchio» sia stato caricato a bordo di un veicolo. Guidato da chi? Forse da uno degli amici «grandi» di Andrea che a volte lo avvicinavano? Scoprirlo equivarrebbe ad aver risolto il caso.

(ha collaborato Valentina Raffa)

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