Politica

Anni di piombo, ora il governo pubblichi gli atti

Anni di piombo, ora il governo pubblichi gli atti

Tra i Giorni della memoria, quello che si celebra oggi è spesso dimenticato. Il 9 maggio si onorano le vittime del terrorismo e delle stragi. Cogliamo l'occasione per ricordare al ministro dell'Interno Matteo Salvini che ogni promessa è un debito e lui ha promesso di desecretare le carte relative agli Anni di piombo. Come abbiamo raccontato in una serie di articoli, sono documenti cruciali per capire come l'Italia sprofondò in una sanguinosa lotta armata. I punti oscuri sono molti: l'esistenza di una struttura paramilitare interna al Pci e i suoi rapporti col terrorismo rosso; gli agenti di influenza infiltrati dal Kgb ai massimi livelli della classe dirigente italiana; i referenti politici ed economici del Kgb all'interno del Pci; gli agenti di influenza infiltrati dalla Cia ai massimi livelli del Pci; l'ampia zona rossastra costituita da chi faceva da tratto d'unione affinché terroristi e Stato o terroristi e Pci potessero parlarsi; il peso dei servizi segreti di Stati del Patto di Varsavia in alcuni snodi fondamentali della storia italiana, dal rapimento di Aldo Moro all'attentato a Giovanni Paolo II. Come si capisce, queste informazioni consentirebbero una migliore ricostruzione del quadro storico al quale appartiene il terrorismo degli Anni di piombo. Oggi il Giorno della memoria sarà celebrato alla Camera dei deputati, alla presenza del presidente Sergio Mattarella, con i presidenti della Camera, Roberto Fico, e del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Nell'Aula di Montecitorio, sui cui scranni siederanno famigliari delle vittime di attentati e stragi del terrorismo in Italia, verranno ricordati in particolare i cinquant'anni dalla strage di piazza Fontana, il quarantennale dell'omicidio del magistrato Emilio Alessandrini e il ventennale dell'omicidio dell'economista Massimo D'Antona. Sarebbe un bel gesto, da parte del governo, togliere proprio oggi il segreto di Stato dai documenti ancora negati agli storici. Il presidente del Consiglio lo può fare facilmente, con una direttiva. Prenda esempio, se vuole, da Matteo Renzi. Nel 2014, l'allora presidente del Consiglio declassificò tutti i documenti processuali e di indagine nelle mani dell'amministrazione pubblica relativi alle stragi di Ustica, Peteano, treno Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna e rapido 904.

Proseguire quest'opera di trasparenza è un dovere.

Commenti