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Un anno del ciclone Trump. L'America mostra i muscoli

Politica estera aggressiva verso i nemici, ma che crea ponti nuovi con la Cina. Preoccupa il fronte interno

Un anno del ciclone Trump. L'America mostra i muscoli

È un anno dal giorno in cui fu eletto, ma non da quando governa: per quell'anniversario bisognerà aspettare il 20 gennaio del prossimo anno, ma possiamo comunque già trarre un bilancio sull'operato e lo stile di un uomo che ha strappato la Casa Bianca ai democratici, è succeduto al sofisticato ma inconcludente Barack Obama, ha impedito che Hillary Clinton proseguisse la dinastia di una casata che ricorda quella di House Of Cards, non fosse per l'incidente demenziale che ha sbattuto Kevin Spacey fuori dalla Casa Bianca virtuale. Cominciamo dal peggio: mentre The Donald (come lo chiamava sua moglie per un malinteso linguistico) affronta gli strascichi della vicenda delle e-mail segrete di Hillary e sul piano internazionale va a costruire un'alleanza asiatica avventurosa come una partita a poker, Trump è colato a picco nei sondaggio molto sotto il livello di guardia. Nulla di terribile perché gli umori elettorali in America vanno su e giù come sulle montagne russe, però i segnali in vista delle elezioni di mezzo termine sono brutti. Trump si porta dietro, come una palla al piede, il dannato Russiagate ovvero la questione delle interferenze russe vere e presunte nella campagna presidenziale dello scorso anno. Il crollo giudiziario del suo ex capo manager nella campagna elettorale, Paul Manafort è per lui un segnale di ostilità da parte del capo dell'Fbi Robert Mueller e di tutto quell'establishment il deep State, lo Stato profondo in grado di far fuori anche i presidenti che si sente messo al bando dall'homo novus Donald Trump, privo di vincoli, privo di timidezze, privo di tatto diplomatico.

Che i russi abbiano o no interferito nelle elezioni americane per far fuori la Clinton che seguiva la linea Obama di contenimento ostile nei confronti di Mosca, è irrilevante. La stima di circa 5mila dollari in pubblicità russa sui social durante la campagna elettorale ridimensiona l'intera questione, ma è certo che Trump abbia fatto saltare i nerbi a tutta l'America della vecchia scuola che, seguendo una linea politica che precede persino la rivoluzione comunista di cento anni fa, è geneticamente antirussa e segue in questo la tradizione britannica.

Trump è la delizia dei comedians, cioè dei comici satirici che eseguono il loro lavoro in modo opaco e prevedibile, ma sta di fatto che a dieci mesi dall'insediamento e a un anno dalle elezioni, emerge chiaramente la fisionomia della nuova America trumpiana. È un'America fatta di ceto medio e medio basso, che promuove gli afroamericani senza enfasi, un'America che se ne infischia delle élite aristocratiche e promuove una politica estera ispirata a un protezionismo economico nazionalista «America First» e dunque muscolare, che raccoglie e rilancia le sfide, ma al tempo stesso cerca alleanze e costruisce ponti. Quello fra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping è stato e resta amore a prima vista, offuscato dalla tenebrosa partita coreana in cui i bluff sono più potenti delle urla degli insulti e del fragore del lancio dei missili. Trump non ha intenzione di permettere al dittatore della Corea del Nord di avvitare una testata nucleare sui suoi razzi in grado di raggiungere San Francisco. È indubbio che proprio questo sia lo scopo del dittatore Kim Jong-un alla ricerca spasmodica del suo posto alla tavola dei grandi, ma la partita orientale è piena di sorprese e di incognite, come il flirt fra Pechino e Seul, dettato da esigenze tecnologiche e la decisione giapponese di cancellare ogni divieto all'uso della forza nella sua costituzione per avere le mani libere con cui picchiare sulla Corea del Nord prima e senza gli Stati Uniti.

Intanto la partita interna in casa americana si fa durissima perché i conservatori repubblicani tendono ancora a fare alleanze sottobanco con i conservatori democratici, ma The Donald è un uomo che fra tanti errori e difetti fa risaltare una qualità evidente: impara alla svelta anche dai propri fallimenti e ha una velocità di reazione agli eventi molto alta, cosa che il suo piglio spregiudicato permette di far rendere al meglio.

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