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Annullata la visita a Londra Tra gli inglesi scoppia la bagarre

Il sindaco Khan, icona anti-Trump: «Teme le proteste di piazza» Replica del ministro Johnson: «Pappagallo pomposo, ci affossi»

Annullata la visita a Londra Tra gli inglesi scoppia la bagarre

Non solo le parole sugli immigrati (ufficiose e poi smentite). Anche la decisione (ufficiale e confermata da un tweet) del presidente Donald Trump di annullare la visita prevista a Londra per il mese prossimo scatena un putiferio l'altra sponda dell'oceano. E apre una caccia al colpevole e una guerra di insulti tra governo e opposizione.

A provocare la valanga è il messaggio del leader della Casa Bianca affidato al solito Twitter. «La ragione per cui ho cancellato la mia visita a Londra è che non sono un grande fan dell'amministrazione Obama, che ha venduto forse la migliore e meglio posizionata ambasciata per noccioline per costruirne una nuova fuori mano per 1.2 miliardi di dollari. Brutto affare. E volevano che andassi a tagliare il nastro. No».

Il diniego - apparentemente un colpo basso al predecessore - diventa l'occasione per analisi dietrologiche e colpi bassi da parte dei «nemici» inglesi del presidente Usa. «Molti londinesi trovano le politiche e le azioni del presidente Usa l'opposto dei valori della nostra città di inclusione, diversità e tolleranza - dice il sindaco di Londra Sadiq Khan finito più volte sotto il tiro del presidente statunitense, come simbolo di multietnicità e per la sua fede musulmana -. La visita sarebbe stata accolta senza alcun dubbio da pacifiche proteste di massa», aggiunge il sindaco paventando l'ipotesi che questa possa essere la ragione della marcia indietro. Una spiegazione che anche Nigel Farage (primo leader straniero che Trump incontrò dopo la sua elezione e dopo la Brexit) trova plausibile.

Immediata e furibonda la replica dei sostenitori british del presidente Usa, con il ministro degli Esteri Boris Johnson e l'ex leader dell'Ukip che attaccano il capo del Labour Jeremy Corbyn e il sindaco di Londra come capi della fronda anti-trumpista. Johnson definisce Khan «un pappagallo tronfio e pomposo». E accusa: «Gli Stati Uniti sono il maggiore investitore nel Regno Unito, eppure Khan e Corbyn sembrano determinati nel mettere a rischio questo rapporto vitale». Il forte timore del governo inglese, che non a caso rinnova l'invito al presidente Usa, è di perdere un'occasione d'oro in termini commerciali proprio adesso che il Regno Unito, con la Brexit, ha un disperato bisogno dello storico alleato.

Il problema è che i rapporti con Londra sono tesi da un po' e si sono ulteriormente deteriorati quando la premier Theresa May (che pure è stata il primo capo di governo ospite alla Casa Bianca), poco più di un mese fa, prese le distanze dal capo della Casa Bianca che aveva rilanciato via Twitter i video razzisti del gruppo di estrema destra britannica Britain First. «Theresa non occuparti di me, occupati del terrorismo islamico», aveva tuonato The Donald. Lei replicò: «Tu pensa ai razzisti». Altro che idillio come ai tempi di Reagan e Thatcher.

Intanto Trump mostra il suo peso internazionale: estende le sanzioni anti-Iran ma avverte i partner europei di voler migliorare l'accordo sul nucleare del 2015.

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