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Ansia per il figlio disabile, fa una strage

A innescare la follia forse la depressione: l'uomo era esasperato dalla malattia del primogenito

Ansia per il figlio disabile, fa una strage

Erano tutti in vacanza, nella loro seconda casa appena arredata a nuovo in Basilicata, a San Fele, provincia di Potenza. E qui ieri mattina si è consumata la mattanza. Improvvisa, imponderabile, qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato ma che forse lui, il capofamiglia, nella sua testa aveva forse già progettato. Vito Tronnolone, 65 anni, carrozziere in pensione residente in Toscana, di buon ora ha afferrato il suo revolver calibro 38 e ha cominciato a sparare. Sterminando la famiglia: la moglie Maria Stella Puntillo, 57 anni, e i due figli Chiara e 27 e Luca di 32 forse proprio lui involontaria causa della tragedia. Il ragazzo era affetto da autismo, un deficit che probabilmente anno dopo anno aveva minato l'equilibrio del padre. Che a sua volta, da qualche giorno, non stava particolarmente bene. Era anche andato in ospedale per un controllo, la sera prima. Chi conosceva i Tronnolone parla di una famiglia unita. Ma anche del disagio: «Spesso vedevo uscire la sera Vito sul balcone di come se volesse cercare aiuto. Aveva l'aria di chi volesse evadere dalla situazione che viveva a causa della malattia del figlio», racconta una vicina di casa a Lastra di Signa (Firenze), dove i quattro abitavano. «Mi dispiace solo non aver colto quel gesto - spiega ancora la donna - come una richiesta di aiuto».

Vito Tronnolone dopo aver ucciso moglie e figli ha voluto dare l'allarme. Telefonando a una sorella in Toscana: «Ho ammazzato tutti e ora mi ammazzo io», ha detto. Poi un sparo, l'ultimo colpo rivolto contro se stesso. Adesso si dice che fosse depresso, il carrozziere. Tra parenti ed amici, però, nessuno, aveva notato «segnali» che potessero far presagire questa follia omicida.

In casa, di certo, nulla immaginava la figlia Chiara, che proprio qualche giorno fa aveva scritto alle amiche su Facebook: «Appena rientro dalle vacanze andiamo a ballare».

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