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Anticorruzione, è stallo. Ma sparisce dalla legge la norma pro Casaleggio

Nuovo rinvio in Commissione per il ddl anticorruzione. Ma sparisce la norma che favoriva al Casaleggio Associati

Anticorruzione, è stallo. Ma sparisce dalla legge la norma pro Casaleggio

Nuovo rinvio nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera per il ddl anticorruzione. Uno stallo dovuto in particolare per le norme relative alla trasparenza dei contributi ai partiti che fissano un tetto per le donazioni dai privati passato da 500 euro a 2mila annui e ora probabilmente nuovamente abbassato.

"Adesso ci sarà trasparenza con la norma anticorruzione", ha detto Alfonso Bonafede, "Una trasparenza che riguarderà non soltanto i partiti ma anche le fondazioni e vari soggetti collegati ai partiti modo tale che non si può più aggirare il limite massimo di 500 euro in contanti. Questo è un accordo già raggiunto prima di portare l'atto alla Camera, quindi in consiglio dei ministri. La soglia è di 500 euro per le donazioni in contanti, sopra i 500 euro verrà tutto pubblicato online".

Dopo una mattinata di rinvii, le commissioni erano nuovamente convocate alle 15, ma - riferisce il dem Gennaro Migliore - allo scattare dell'ora stabilita, il governo, con il sottosegretario Vittorio Ferraresi ha chiesto un ulteriore rinvio di 4 ore, con la riconvocazione delle commissioni alle 19. A quel punto, il Pd per protesta ha abbandonato i lavori e non tornerà alla ripresa della seduta delle commissioni.

Nel frattempo però è stata cancellata con un emendamento della Lega al disegno di legge la norma già ribattezzata "salva Casaleggio" perché prevedeva che un partito facesse capo a una sola associazione - come accade appunto per il Movimento 5 Stelle e l'Associazione Rousseau -. A sollevare la questione, quando fu depositato in Parlamento il ddl anticorruzione, erano stati in particolare Marco Canestrari e Nicola Biondo, rispettivamente ex dipendente della Casaleggio associati e ex responsabile comunicazione del M5s alla Camera.

Salta quindi anche il divieto per partiti e fondazioni di avere strutture e gestione finanziaria legate tra loro.

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