Politica

Anziani coniugi uccisi e avvolti nel cellophane

L'assassino ha posizionato i cadaveri a formare una «elle». Il figlio è il principale indiziato

Tiziana Paolocci

Uccisi, avvolti nel cellophane, posti a formare la lettera «elle». Un macabro rituale si nasconde dietro il duplice omicidio di due anziani coniugi, Rosa Franceschini di 79 anni e Gianfranco Fieno di 83, genitori di due maschi e una femmina, uccisi nella loro abitazione in via Santa Lucia, nell'omonimo quartiere a nord della città di Viterbo.

Per il duplice omicidio la squadra mobile della Tuscia sta cercando il figlio quarantaquattrenne Ermanno, che viveva con loro e nei giorni scorsi aveva dato notizie frammentarie alla sorella che li cercava.

L'uomo martedì aveva pubblicato sul suo profilo Facebook un post relativo a un libro horror commentando: «Dicono che sia il libro più terrificante mai scritto, vediamo se è davvero così». Ed è verosimile che quel racconto possa aver ispirato la fine dei due anziani. È stata la figlia delle due vittime ieri mattina a lanciare l'allarme, perché da giorni telefonava ai genitori, senza riuscire a parlarci. Aveva più volte chiesto spiegazioni ad Ermanno, che si era limitato a raccontare di un ipotetico ricovero della coppia in una casa di cura, senza fornire però dettagli utili a rintracciarli. Poi si era reso irreperibile.

Ieri la donna ha chiesto aiuto ai vigili del fuoco, perché la chiave che aveva da sempre non apriva la porta di casa. Qualcuno, a sua insaputa, aveva cambiato la serratura. Al loro arrivo i pompieri dall'esterno hanno notato che le luci dell'appartamento erano accese. Con l'ausilio di un'autoscala sono arrivati al primo piano e il caposquadra si è introdotto all'interno della casa, passando da una finestra. Una volta dentro la scena che si sono trovati davanti era agghiacciante. I due corpi senza vita giacevano sul letto della loro camera, avvolti in una pellicola di plastica di quelle usate per gli imballaggi. L'assassino forse voleva rallentare il processo di decomposizione e il propagarsi del cattivo odore o solo seguire un macabro disegno. L'uomo aveva la testa sul cuscino, sua moglie era ai suoi piedi a formare appunto una «elle». Gli agenti della squadra mobile, giunti subito dopo, hanno «sigillato» la scena del crimine. Apparentemente sul cadavere dell'anziano non vi sono segni evidenti di violenza, mentre sul cranio della donna c'è una ferita profonda, inferta quasi certamente con un attizzatoio del camino ritrovato nell'abitazione.

La morte risalirebbe a 36 ore prima del ritrovamento dei cadaveri. La procura ha aperto un fascicolo per duplice omicidio intestato al procuratore capo Paolo Auriemma e alla pm Chiara Capezzuto e il principale indiziato è Ermanno, disoccupato, notato spesso tra gli ultrà della Viterbese.

Ieri pomeriggio la scientifica è tornata nella casa per effettuare degli esami con il luminol, che consente di rilevare tracce di sangue anche se l'ambiente è stato ripulito e tracce biologiche utili a ricostruire la dinamica del duplice omicidio.

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