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Appello della jihad: conquistate Roma

Un e-book invita i musulmani d'Occidente a formare "gang". Preso intanto a Pisa un cyber reclutatore

Appello della jihad: conquistate Roma

RomaFormare delle gang islamiche per «prendere Roma». Un e-book pubblicato da «jihadisti» esorta i musulmani in Occidente a raccogliersi in «gang» per formare movimenti di jihad al «fine ultimo della conquista di Roma». Il sito di intelligence Site pubblica la copertina del presunto e-book, intitolato «Muslim gangs». Sarebbe apparentemente il primo di una serie, «Musulmani in Occidente», e ha come sottotitolo «come sopravvivere in Occidente». La foto è quella di un corteo di giovani che sfilano con le bandiere nere dell'Isis.

E in Italia ancora un arresto per istigazione e apologia del terrorismo islamico, con l'aggravante dell'usao di strumenti informatici. In manette un marocchino 25enne, Jalal El Hanoui, che ha lasciato il Nord Africa per il nostro Paese 17 anni fa.

L'uomo, che vive a Ponsacco (Pisa) in una casa popolare con i genitori e il fratello di 22 anni, è disoccupato e ha piccoli precedenti per droga e reati contro il patrimonio. Ma la polizia - che ha sequestrato anche un pc e tre telefoni - l'ha arrestato per il suo attivismo fondamentalista praticato sul web. Jalal curava tre diverse pagine di Facebook sulle quali cercava proseliti incitando alla jihad via social , anche istigando a «commettere delitti di terrorismo», come hanno spiegato ieri il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, e il dirigente della digos di Pisa Gonario Antonio Rainone. «È un giovane molto esperto di informatica e telematica - ha spiegato Creazzo - ed è proprio attraverso il web e i social network che istigava alla jihad». Sui profili a lui riconducibili El Hanoui avrebbe postato immagini di celebri monumenti - dalla torre di Pisa alla Statua della Libertà, da un grattacielo di Dubai alla cattedrale di San Basilio, a Mosca, fino a un tratto del muro che separa Israele dai territori palestinesi - forse ritenuti potenziali obiettivi.

Per tentare di sfuggire ai controlli della polizia postale - che sei mesi lo teneva sott'occhio dopo le segnalazioni dell'Ucigos - il ragazzo marocchino utilizzava il browser «Tor» che gli permetteva di navigare nel deep web anonimamente, e proprio con Tor meno di un mese fa, il 10 giugno, El Hanoui ha compiuto ricerche sullo Stato Islamico, setacciando siti «affiliati» all'Is per trovare contatti con l'organizzazione del califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Tanto da considerare non solo il vandalismo ma anche le stragi e gli attentati una strada legittima per il rafforzamento dell'Isis. Anche Jalal dimostra che quasi sempre la strada per l'autoradicalizzazione corre sul web. Più che in moschea, dove il 25enne si vedeva di rado, Jalal si è votato all'islamismo fondamentalista su internet, dove trascorreva gran parte delle sue giornate. La sua platea avrebbe contato su 12mila persone raggiunte dai suoi messaggi. Multimediali, in linea con la jihad telematica. Immagini di decapitazioni («atti eroici», per lui) o le frasi motivazionali in salsa fondamentalista, dall'auspicio a far alzare «dal sangue la bandiera dello Stato islamico» al monito ai democratici «ad andare via» perché «noi faremo la jihad». Tutto postato sui suoi profili.

Ormai oscurati.

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