Politica

"Scrivere padre e madre sulla carta di identità". Ma la Appendino si ribella

Il Comune di Torino protesta contro il provvedimento che abolisce "genitore 1" e "genitore 2" sulla carta di identità

"Scrivere padre e madre sulla carta di identità". Ma la Appendino si ribella

Chiara Appendino si ribella al provvedimento voluto dal governo, che abolisce la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" sulla carta di identità, a favore dei più tradizionali "madre" e "padre". La sindaca del Comune di Torino, da sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle famiglie arcobaleno, pensa che"questo sia un passo indietro rispetto ai tanti in avanti che sono stati fatti in questi anni. Stiamo cercando di capire quali siano i margini a disposizione per intervenire".

Affianco all'Appendino si schera anche Marco Giusta, assessore comunale ai Diritti e alle Famiglie, che definisce il provvedimento una norma "fuori dalla realtà". La protesta si scatena a pochi giorni dall'esposizione, fuori dal Comune, si uno striscione, in risposta al Congresso della famiglia di Verona: "Torino ama tutte le famiglie, siete benvenute".

Ma Torino non è l'unica città a protestare contro il provvedimento: anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris ha criticato l'abolizione delle diciture generiche, sostenendo che "ci sono i genitori, il padre, la madre, famiglie molto diverse da quelle monolitiche di Verona. Noi abbiamo una concezione molto più libertaria e fondata sui diritti e sulle libertà civili. Non ci piace questa propaganda sui diritti che questo governo cerca di mettere in campo ogni giorno".

In tutta Italia, inoltre, l'associazione dei genitori omosessuali, Famiglie Arcobaleno, sta facendo sentire la propria voce e annuncia il ricorso al Tar, come riporta Repubblica: "Il decreto è palesemente illegittimo e discriminatorio, perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro".

Commenti