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Aridatece Nerone

Roma è allo sbando: i sindacati "chiudono" il Colosseo. Ora il governo si sveglia, decreto contro lo sciopero selvaggio

Aridatece Nerone

Brucia Roma. Brucia la sua anima, la storia, la leggenda, l'eterna bellezza, il passato, il futuro. Bruciano l'orgoglio e la dignità. Questa città ha rinnegato se stessa davanti al mondo. Si accartoccia e si sputtana. Roma così fa schifo. Viene quasi nostalgia di Nerone, che cantava mentre la grande prostituta bruciava. Nerone imperatore strambo ed extraterrestre, ma non così marziano come Ignazio Marino. Si possono chiudere le porte del Colosseo? Si può. Nella Capitale tutto è diventato possibile, anche l'impossibile. Ci sono migliaia di turisti increduli davanti a un cartello con su scritto «We apologize». Ci scusiamo. Dalle 8.30 alle 11.30 tutta la bellezza e l'arte di Roma sono in sciopero. Tradotto: è una figura meschina, urbi et orbi . Ancora un'altra, dopo mafia capitale, con le coop che fanno i soldi sulla pelle degli immigrati, dopo l'elicottero dei Casamonica, dopo il passaparola di gente in gente che racconta di una città invivibile. Questa è Roma. E non si può neppure parlare di sciopero a tradimento, perché la protesta era autorizzata e regolare. Roma come Pompei, come tutte le bellezze stuprate di un'Italia che sputa in faccia alla propria ricchezza. Roma peggio di Pompei. Roma illusa da Matteo Renzi, che adesso vuole asfaltare chi tiene in «ostaggio la cultura» e annuncia leggi contro lo sciopero selvaggio. Ma chi permette che Roma sia ostaggio di Marino?

Lui, il premier, il segretario del Pd, quello che non ha avuto il coraggio di liberare la Città Eterna da un sindaco inetto. Marino che vive altrove. Marino che sorride e parcheggia la Panda rossa in divieto di sosta. Marino che nulla vede e a nulla provvede. La verità è che Roma è schiava di se stessa, di chi la amministra e dei tanti, troppi, che pensano solo a saccheggiarla in nome dei propri interessi ombelicali. Roma è serva di un partito-Stato, il Pd, che comanda ovunque. È serva degli appalti regalati sempre agli amici degli amici e di un sindacato che continua a difendere solo i lavativi. Riunirsi, dice la Camusso, è democrazia. No, a Roma è un'orgia di masochisti.

Continuiamo a farci del male.

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