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Armani (dall'ambasciata) dà lezioni d'eleganza

Fra le sue 95 modelle anche omaggi ai grandi stilisti, da Coco Chanel a Yves Saint Laurent

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Lei incede lenta, ieratica, bellissima, con un vestito che evoca in tutto e per tutto un flûte di champagne. Lungo e affusolato come lo stelo del bicchiere, scintillate come il cristallo, con lo stesso colore dorato delle bollicine più buone del mondo. L'inconfondibile effetto del perlage è dato dal ricamo e da una seducente mantellina in perle ingabbiata in un velo spumeggiante. «Questo deve essere abbassato» dice lui mentre accarezza il tulle sulle spalle della donna. Lei si chiama Penelope e da 20 anni fa la modella per lui che è Giorgio Armani e ieri sera ha presentato un'epocale collezione Privè per l'inverno 2019 nell'ambasciata italiana di Parigi. «Ho spiegato alle giovani donne, quelle che adesso chiamano millennial, cosa significa Alta Moda, come si vestono le donne per essere belle, eleganti, uniche, un po' di storia» esordisce il maestro. «Bisogna imporre una didattica, c'è troppa confusione» prosegue sfiorando con le dita la crinolina che nelle sue mani diventa un tessuto sensazionale oppure il velluto di seta nero che le 70 sarte del suo atelier hanno cesellato in un sublime modello a sirena con piccolo strascico in sbieco. La lezione comincia con una giacca grafica a losanghe in cui si nascondono innumerevoli cuciture e finisce con un abito da sera in taffettà rigato coperto da pizzo Chantilly prima intarsiato e poi ricamato. In mezzo di tutto: 95 uscite e altrettante donne. Dopo un tuffo nello champagne tradotto in alta, anzi altissima moda e una serie di omaggi da un grande alla grandezza altrui. Il primo è a Boldini, alle sue divine creature velate, con grandi cappucci e cappelli, vestite di tinte drammatiche come viola e nero ma anche dei colori più allegri come rosa carico e turchese. Armani offre una rilettura moderna e intelligente di questa mistica della femminilità: la belle epoque non ha mai visto uno strepitoso plissè a bicchierino e neppure un uso così divertito e divertente del boa di tulle pieghettato. Infine l'omaggio ad altri grandi couturier. A Coco Chanel sono dedicati i mille volant champagne e nero, a Yves Saint Laurent l'abito-smoking e la cappa in piume di struzzo rosa stile Zizi Jeanmaire mentre per Schiaparelli c'è la cappa in velluto nero con un disegno delle mani surrealiste punteggiato di cristalli. Il resto è Armani allo stato puro, con un abito a tulipano che toglie il fiato per la purezza delle linee e quell'eleganza sussurrata che in questo momento storico si fa sentire più di un urlo. Insomma, una gran lezione di stile dall'Italia nella Francia di Macron. Del resto a questo servono i grandi maestri e Peter Dundas ne ha avuti molti: Ungaro, Gaultier, Cavalli e Pucci sotto forma di archivio. Li cita tutti nella sua divertente sfilata al museo Bourdelle anche se tutto parla di lui a cominciare dalla stampa della pantera che si è fatto tatuare da ragazzo sul braccio. Certo, il glamour avrebbe bisogno di tessuti migliori, ma non si può avere tutto quando ti autoproduci e finanzi con il solo aiuto di un giovane partner. Lo stesso tipo d'immagine da sexy party girl si ritrova anche sulla passerella di Redemption: un inno all'oro, al corto e alle scollature. Bisogna insomma essere giovani per questo tipo di alta moda mentre per l'alta gioielleria che in questi giorni viene presentata a Parigi ci vogliono patrimoni colossali e un gusto sconfinato.

Da Chopard a Van Cleef & Arpels, da Cartier a Giampiero Bodino, da Damiani a Pomellato: i marchi più prestigiosi ne hanno fatte davvero di tutti i colori.

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