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Arrestato per le tangenti Anas l'uomo della Bindi in Calabria

In cella Meduri (Pd), ex sottosegretario di Prodi e sponsor della parlamentare. E spunta un ministro

Arrestato per le tangenti Anas l'uomo della Bindi in Calabria

Se abbiamo ancora strade, soprattutto al Sud, come la Salerno-Reggio Calabria, è anche perché in alcuni uffici strategici della direzione generale dell'Anas, la più grande stazione appaltante pubblica d'Italia, le cose funzionavano come ha scoperto la Finanza con l'operazione «Dama nera», coordinata dalla Procura di Roma, che ha scoperchiato un sistema collaudato di corruzione - al quale sono estranei gli attuali vertici dell'azienda, che si costituirà parte civile - con rapporti di connivenza in tutto il Paese, in cui il pagamento di tangenti era tutt'altro che episodico. Una «cellula criminale» che si preoccupava di favorire l'interesse degli imprenditori più che della realizzazione di opere pubbliche. Un giro di tangenti da 200mila euro servite a smuovere appalti per centinaia di milioni, facendo ricorso a «pizzini» e a un linguaggio in codice dove le mazzette erano libri, topolini, medicinali o ciliegie, «smozzicate» quando erano inferiori a quanto stabilito.

Tra le dieci persone arrestate (oltre alle trentuno indagate) anche un ex sottosegretario alle Infrastrutture nel governo Prodi, Luigi Meduri, potente signore delle tessere del Pd calabrese e sponsor politico di Rosy Bindi quando venne candidata in Calabria, considerato dai magistrati l'interfaccia politica del sistema. La «dama nera», figura centrale dell'organizzazione, è la dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas, Antonella Accroglianò, di giorno in ufficio a gestire il flusso delle mazzette, pronta a maltrattare chi era in ritardo con i pagamenti, di notte in giro per le feste romane. In casa di sua madre i finanziari hanno sequestrato 70mila euro in contanti e gioielli. Ai sodali illustrava i principi che la ispiravano: «Chi cresce, chi fa un salto in avanti, si porta gli altri dietro. Questa è la scuola». Nel gruppo valeva la regola per la quale «se viaggi da solo non fai niente, chi ha cercato di farlo poi l'hanno azzoppato». Un'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, secondo il gip, che ha fatto arrestare anche i funzionari dell'Anas Oreste De Grossi, Sergio Serafino La Grotteria, Giovanni Parlato e Antonino Ferrante, gli imprenditori catanesi Francesco Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, ai vertici della Tecnis, colosso imprenditoriale del sud Italia, Giuliano Vidoni, oltre all'avvocato di Catanzaro Eugenio Battaglia.

Tangenti venivano pagate per sbloccare i contenziosi, per velocizzare i pagamenti (anche quelli per la realizzazione della Variante di Morbegno), per disapplicare le penali, per ottenere fondi illecitamente maggiorati. Meduri per gli investigatori è un «oscuro faccendiere» che sollecitava gli imprenditori in ritardo con i versamenti. Si sarebbe dato da fare per mettere a disposizione della Accroglianò il suo pacchetto di voti per favorirne il fratello, Galdino, candidato nelle liste dell'Udc in Calabria nel novembre 2014, e dopo la mancata elezione, per procurargli un lavoro in una società partecipata della Regione, incarico che sarebbe dipeso dal buon esito dagli equilibri politici, tant'è che intercettato Meduri dice: «Se c'è l'accordo politico tra il centrosinistra e Ncd in Calabria... C'è un percorso da fare per le nomine successive». In cambio l'ex sottosegretario avrebbe chiesto l'assunzione di due geometri all'Anas. Tra le accuse contestate c'è anche quella di voto di scambio.

Dalle carte dell'inchiesta spunta fuori anche un non meglio specificato ministro. Ne parla la «dama nera» in un'intercettazione dello scorso 6 luglio quando si lamenta con il dirigente De Grossi perché gli imprenditori Bosco e Costanzo non avevano ancora pagato quanto pattuito. La dama fa notare che i due avevano risolto molti problemi grazie a Meduri: «Li ha fatti incontrare anche con il ministro».

di Patricia Tagliaferri

Roma

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