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Arresti e perquisizioni, Verdini ancora indagato

Per i pm tutti i politici erano «asserviti» all'immobiliarista Scarpellini che elargiva soldi e case

Arresti e perquisizioni, Verdini ancora indagato

Roma - Nuova inchiesta sul giro di corruzione che ruota intorno all'immobiliarista romano Sergio Scarpellini, uno che si è sempre vantato che per lui «è un onore dare case gratis ai politici».

Ieri è scattato il sequestro di beni per 750mila euro e le manette per corruzione e finanziamento illecito ai polsi di Enzo De Santis, sindaco di un paesino laziale, Ponzano Romano. L'inchiesta vede indagati anche l'ex parlamentare Denis Verdini, l'ex vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti e l'ex presidente del consiglio comunale di Roma Mirko Coratti (Pd). Per Verdini e Ciocchetti sono scattate anche le perquisizioni nelle rispettive abitazioni. Tutti, per le toghe, erano «totalmente asserviti» all'immobiliarista Sergio Scarpellini, arrestato per corruzione il 16 dicembre del 2016 con Raffaele Marra, dirigente capitolino nonché uomo di fiducia della sindaca Raggi. A incastrarli lo stesso Scarpellini con le sue rivelazioni. A Mirko Coratti, coinvolto in Mafia Capitale e condannato a 4 anni e sei mesi, Scarpellini avrebbe «prestato» una casa a Roma nella centrale piazza Cavour facendogli risparmiare 287mila euro.

Solo una delle forme di «riconoscenza» che l'immobiliarista avrebbe avuto nei confronti degli indagati. Scarpellini avrebbe dato 10mila euro a Coratti attraverso finanziamenti alla fondazione Rigenera. Per il gip i politici «mettevano in campo la propria funzione pubblica - l'accusa - in cambio di favori e utilità da parte dell'imprenditore». De Santis, 64 anni, al secondo mandato, è un sindaco da record. Nel 2016, con la lista «Insieme per Ponzano» viene rieletto con il 100 per cento dei voti validi: 564 su 564. Da Scarpellini avrebbe ricevuto 412mila euro attraverso sponsorizzazioni alla squadra di calcio della Valle del Tevere e contributi a una società di sua figlia Valentina. Verdini e Ciocchetti sono accusati di finanziamento illecito: il primo avrebbe ricevuto in comodato gratuito l'immobile di via Poli, sede della Fondazione legata ad Ala.

Ciocchetti avrebbe avuto dall'immobiliarista una casa in via Lucrezio Caro.

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