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Assange sarà interrogato: è l'ora della verità

Il fondatore di Wikileaks sentito nell'ambasciata ecuadoriana dove è recluso da 6 anni

Assange sarà interrogato: è l'ora della verità

Un australiano che attende di essere interrogato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra e che teme di essere estradato negli Usa. Quando si parla di Julian Assange, tutto è possibile e al tempo stesso cervellotico, con un copione di fondo da far impallidire persino il più navigato tra gli sceneggiatori hollywoodiani. Assange è il "papà" di WikiLeaks, l'uomo braccato a quanto pare non per aver messo in piazza i panni più o meno sporchi dei potenti, ma per aver violentato due ragazze in Svezia. E pensare che tutto era nato da una consulenza fornita alla polizia australiana in indagini sulla pedopornografia, perché quel ragazzo di Townsville (cittadina del Queensland australiano) dalla zazzera bionda e dagli occhi di ghiaccio alla consolle era uno che sapeva smanettare meglio di chiunque altro. Forse però il 45enne Julian Assange mai avrebbe immaginato che le operazione di intelligence e di ricerca online l'avrebbero trasformato nella persona che dal 2007 al 2010 ha svelato quasi un milione di documenti secretati, illuminando di una luce abbagliante le situazioni più scomode delle relazioni internazionali e le vergogne degli onnipotenti della terra. Per alcuni è un mitomane irresponsabile, per altri il paladino della libertà d'informazione. Su WikiLeaks ha messo in piazza i segreti di Cia, massoneria, Scientology, Kenya. Finché arriva il filmato «Collateral Murder» e i file che hanno svelato l'altra faccia della guerra in Afghanistan. L'artefice della più grande fuga di notizie della storia militare americana è stato costretto a fuggire. Anche perché nel settembre 2010, un pubblico ministero di Stoccolma apre un fascicolo contro l'attivista australiano per violenza sessuale perpetrata ai danni di due donne durante una sua visita estiva in Svezia. Dalla Scandinavia viene emesso un un mandato di arresto internazionale. Assange, che si trovava a Londra, viene ammanettato dalla polizia inglese. Rilasciato su cauzione, nel giugno 2012, attraversa Londra e si rifugia nell'ambasciata dell'Ecuador. Dopo un paio di mesi il titolo del suo soggiorno viene formalizzato con il riconoscimento dell'asilo politico. L'ultimo tassello dell'ingarbugliata storia di Assange l'ha rivelato «The Guardian» giovedì: il super hacker verrà interrogato dalla giustizia svedese all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador. Il governo di Quito ha infatti espresso parere favorevole a una richiesta arrivata direttamente dal tribunale svedese per la vicenda delle accuse di stupro. Assange da parte sua teme di essere estradato negli Stati Uniti a causa della sua attività legata a WikiLeaks. Ora si attende soltanto la scelta della data dell'interrogatorio. L'Ecuador ha comunque confermato che nulla cambierà e che tramite la sua ambasciata nel Regno Unito continuerà a offrirgli asilo.

A meno di un colpo di mano, che, a dire il vero, non stupirebbe nessuno trattandosi di Assange.

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