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Attacco web al Colle, si indaga per attentato alla libertà di Mattarella

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla campagna social contro il Quirinale

Attacco web al Colle, si indaga per attentato alla libertà di Mattarella

Si muove su due fronti l'indagine sull'attacco social, via twitter con i 400 troll, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle ore dello scontro con Lega e M5S dopo il no a Paolo Savona alla guida del ministero dell'Economia. Ieri c'è stata la prima mossa della Procura di Roma con l'apertura formale del fascicolo. Attentato alla libertà del presidente della Repubblica e offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato: questi i reati per i quali procedono i magistrati di Piazzale Clodio per far luce sui presunti attacchi web al presidente Mattarella avvenuti nel maggio scorso dietro i quali si sospetta possa esserci l'azione di troll russi. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Racanelli e dal pm Eugenio Albamonte (reati informatici e antiterrorismo), è stata avviata alla luce dell'informativa della Polizia Postale. Nel procedimento si ipotizza anche il reato di sostituzione di persona in relazione agli oltre 400 profili twitter, tutti riconducibili ad un'unica origine, comparsi sui social network la notte tra il 27 e il 28 maggio scorso. Da quei profili partirono migliaia di messaggi di insulti e inviti alle dimissioni nei confronti del presidente della Repubblica.

I magistrati sospettano che ci possa essere stata un'azione pianificata per colpire il capo dello Stato nei giorni di maggiore tensione della storia repubblicana degli anni ultimi anni. È la notte tra il 27 e 28 maggio scorso: Mattarella non dà il via libera alla nomina di Paolo Savona alla guida del ministero dell'Economia nel governo gialloverde. Il premier incaricato Giuseppe Conte è costretto a rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato, che qualche ora più tardi chiama al Colle Carlo Cottarelli per la formazione di un governo tecnico. Il capo politico del M5S Luigi di Maio attacca il Quirinale, accusando Mattarella di alto tradimento e attentato alla Costituzione e chiedendo ufficialmente l'impeachment. Matteo Salvini si sfila mentre sul web cresce l'onda di protesta contro il presidente della Repubblica. In quelle stesse ore spuntano 400 profili falsi su twitter per creare un effetto a catena e sostenere l'azione politica di Di Maio. Una strategia premeditata per indebolire la figura del Presidente della Repubblica. Da chi? I pm dell'antiterrorismo di Roma continuano a battere le pista di una possibile ingerenza russa, acquisendo elementi e relazioni informatiche. Nei prossimi giorni, il pool romano potrebbe decidere di ascoltare anche l'ex premier Matteo Renzi. C'è la pista russa ma anche quella italiana che porta nel Nord. Ieri, il capo dell'Intelligence Alessandro Pansa, direttore generale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), alle 15 è stato in audizione al Copasir, il comitato parlamentare di controllo sulle attività dei Servizi segreti italiani. Nel dossier che l'ex capo della Polizia ha consegnato al presidente del Copasir Lorenzo Guerini spuntano sospetti sia sulla pista straniera (russa), che però non avrebbero alcun legame con il Russiagate, i troll di Mosca che sarebbero stati utilizzati per influenzare la campagna negli Stati Uniti che ha portato all'elezione di Donald Trump, che su quella interna. Il dossier di Pansa - anticipato dal Corriere della Sera - avvalorerebbe la possibilità che a generare l'operazione sia stato un account creato sullo «snodo dati» di Milano. La fonte dell'attacco sarebbe, dunque, in Lombardia mentre i falsi profili che avrebbero agito nella notte tra il 27 e il 28 maggio arriverebbero dai server di Paesi esteri.

Un piano di depistaggio su cui Copasir e Procura proveranno a fare luce.

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