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È psicodramma sull'ecotassa: scontro tra Salvini e i 5 Stelle

Blitz M5s in manovra: ecotassa su auto non elettriche. La levata di scudi di Salvini, Di Maio apre a modifiche ma la Castelli frena: "È nel contratto"

È psicodramma sull'ecotassa: scontro tra Salvini e i 5 Stelle

"Sono contrario a qualsiasi tipo di nuova tassa". Matteo Salvini è irremovibile: non vuole sentir parlare di nuovi balzelli che da una parte metterebbero le mani nei portafogli degli italiani e dall'altra rischierebbero di deprimere ulteriormente un settore, come quello dell'industria automobilistica, già fiaccato dalla crisi economica. E così si ripropone, ancora una volta, come argine alla voglia di tasse del Movimento 5 Stelle. Argine a cui Luigi Di Maio, alla fine, sarebbe anche disposto a cedere, salvo poi dover fare i conti con il sottosegretario all'Economia Laura Castelli che, appellandosi al contratto di governo sottoscritto anche dal Carroccio, blinda l'emendamento alla manovra.

Il sistema di incentivi e disincentivi all'acquisto di auto in base ai livelli di emissione di CO2 rischia seriamente di trasformarsi in una stangata senza precedenti. La nuova tassa voluta dai grillini potrebbe mettere mano ai risparmi degli italiani già a partire dal prossimo primo di gennaio. Per i successivi tre anni chi acquisterà e immatricolerà in Italia un'autovettura nuova elettrica, ibrida o alimentata a metano, si vedrà riconosciuto un contributo economico fino a 6mila euro, calcolato sulla base della CO2 emessa per chilometro. Chi, invece, ne comprerà una nuova alimentata con carburanti più inquinanti, dovrà pagare un'imposta che, anche in questo caso, sarà legata alle emissioni di CO2 del veicolo.

Il nuovo balzello, inserito nelle ultime ore nella manovra economica, ha provocato una vera e propria alzata di scudi da parte di associazioni di categoria e sindacati che sono profondamente preoccupati dall'impatto che un meccanismo di bonus-malus così architettato potrà avere sull'economia del paese e sull'occupazione di un settore già esposto agli alti e bassi della crescita. Con loro si è schierato anche Salvini che ha bocciato categoricamente la nuova imposta voluta dai Cinque Stelle che porterebbe a rincari fino a 400 euro per una Fiat Panda 1.2 a benzina e 500 euro per un'Alfa Romeo Stelvio 2.2. Si riapre così un nuovo fronte di scontro tra Salvini e i Cinque Stelle. "Sono assolutamente contrario ad ogni forma di nuova tassa su un bene già ipertassato in Italia", ha messo in chiaro il vicepremier leghista bocciando ai microfoni di Radiouno Rai l'ipotesi di un'ecotassa sulle auto non elettriche. "Se ci sono bonus per chi vuole cambiare, benissimo - ha argomentato - ma non penso che ci sia qualcuno che ha un euro3 diesel per il gusto di avere la macchina vecchia, evidentemente non ha i soldi per comprarsi la macchina nuova".

Nonostante le barricate di Salvini i grillini sono pronti a tutto pur di difendere la manovra. E, se inizialmente il tentativo della deputata Lucia Azzolina di blindare l'emendamento approvato alla Camera si infrange contro la promessa di Di Maio a "migliorare (la norma, ndr)", mettendo intorno a un tavolo associazioni di costruttori e cittadini, la Castelli ha infatti confermato che il governo non eliminerà la tassa sulle auto più inquinanti. "È nel contratto di governo", ha messo in chiaro il sottosegretario all'Economia durante la seduta lampo della commissione Bilancio della Camera. "Le persone meno abbienti non sono colpite - ha assicurato - non colpisce né chi ha ha un'auto vecchia né chi acquista un'utilitaria di piccola cilindrata".

Ma Salvini chiude la porta in faccia al M5S: "Con me, con il sostegno della Lega, non passerà mai", ha detto lasciando Palazzo Chigi.

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