Economia

Le aziende temono il peggio: "Basta burocrazia inutile"

Resca (Confimprese) : «Il Conte Bis aiuti la libertà di fare impresa. E ora si investa sulle infrastrutture»

Le aziende temono il peggio: "Basta burocrazia inutile"

«Una riforma della pubblica amministrazione che metta fine alla burocrazia, più tutele della libertà di fare impresa, lotta all'evasione fiscale e investimenti sulle infrastrutture. Al nuovo governo chiediamo di lavorare su questi quattro punti cardine per lo sviluppo del retail». Mario Resca ha vissuto molte vite: negli anni Settanta ha lavorato nella Chase Manhattan Bank, ha fatto il presidente e ad di Mc Donald's portando da 8 a 350 i fast food italia, con un'occupazione di oltre 15mila dipendenti, è stato direttore generale per la valorizzazione del patrimonio Culturale presso il Ministero della Cultura e anche commissario straordinario della Cirio. E ieri ha festeggiato nella sede della Borsa in Piazza Affari vent'anni al servizio del retail come presidente di Confimprese, l'associazione che rappresenta oltre 350 brand commerciali e 40mila punti vendita per un fatturato complessivo di 200 miliardi.

L'anniversario, celebrato anche con una cena di gala con l'intervento dell'ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, è stata l'occasione per fare il punto del settore e rilanciare un forte appello al governo. «Chiediamo interventi», spiega Resca invocando «la riforma della pubblica amministrazione centrale e periferica, perché la burocrazia, unita all'incertezza sui tempi della giustizia, è un grave ostacolo allo sviluppo dell'attività imprenditoriale e allontana gli investimenti esteri. Chiediamo anche di proseguire sul taglio del cuneo fiscale per riattivare investimenti produttivi e domanda interna. L'assurdo è che dobbiamo trovare 23 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva, in un Paese in cui l'evasione fiscale è stimata pari a 140 miliardi. Ricordiamo, inoltre, anche a questo governo che tenere aperti i negozi la domenica e nei giorni festivi spesso vuol dire garantire la sopravvivenza dell'attività e dei posti di lavoro». Quella contro il disegno di legge sulle chiusure festive dei negozi è stata una battaglia che ha visto Confimprese in prima linea. «È notizia di questi ultimi giorni la riapertura del dibattito sulle chiusure, sembrava un tema superato, ma il nuovo governo comincia a riparlarne come se fosse una priorità per l'Italia. Se necessario, Confimprese è pronta a riscendere in campo e ribadire il proprio no a provvedimenti anacronistici e deleteri», attacca.

Nel terzo trimestre si registra un rallentamento del 10% delle aperture di punti vendita retail. Pesano l'instabilità politica del Paese, la Brexit e la guerra americana sui dazi. Moda e food si attestano su andamenti di vendita positivi: rispettivamente +2 e +7 per cento. Il presidente di Confimprese interviene anche sulle misure allo studio del governo Conte per incentivare i pagamenti elettronici: «Tutto quello che facilita la rapidità della transazione, e quello che consente di non far toccare il denaro ai dipendenti, per noi è positivo. Il sommerso è una concorrenza sleale a chi è in regola».

Anche le imprese devono fare i compiti a casa.

«Il retail conclude Resca - sta affrontando sfide importanti con l'accelerazione dello sviluppo tecnologico e il ruolo dei social network che mettono al centro l'esperienza condivisa: bisogna ripensare radicalmente il modello di business, in un contesto economico-politico incertoa livello globale».

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