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Azzollini, la rete della cricca sfiora anche Palazzo Chigi

Tra i contatti del presidente del Bambin Gesù ci sono pure il sottosegretario De Vincenti, una dirigente dello Sviluppo economico e il Pd Boccia. Il ruolo di Bertone

Azzollini, la rete della cricca sfiora anche Palazzo Chigi

D ietro al progetto di acquisire l'Idi con 30 milioni destinati al Bambin Gesù ci sarebbe una sorta di «asse vaticano». Una catena di comando che parte dal cardinale Tarcisio Bertone e che avrebbe fatto in modo di dirottare i soldi pubblici stanziati per l'ospedale pediatrico romano dalla commissione bilancio del Senato presieduta da Antonio Azzollini, verso il salvataggio dell'Istituto Dermatologico dell'Immacolata. È quanto emerge dall'inchiesta della Procura di Trani sulla Casa della Divina Provvidenza per la quale i magistrati hanno chiesto a Palazzo Madama l'arresto del senatore Ncd Azzollini. Sono i pm a ricostruire questa catena ricordando che il cardinale Giuseppe Versaldi è stato nominato dall'allora segretario di Stato Bertone delegato pontificio con poteri di commissario straordinario della Congregazione dei figli dell'Immacolata Concezione, cui apparteneva l'Idi, e che a sua volta Versaldi ha nominato il presidente del Bambin Gesù, Giuseppe Profiti, suo delegato vicario, il quale a sua volta ha nominato quale sub-delegato Massimo Spina, direttore del Bambin Gesù.

Le conversazioni tra Bertone e Profiti sono finite agli atti dell'inchiesta, così come quelle di quest'ultimo con il cardinal Versaldi. Nelle carte il racconto del crac della Divina Provvidenza, che oltre alla richiesta di arresto per Azzollini ha portato a dieci misure cautelari, si intreccia con quello di questa «opaca» operazione finanziaria organizzata da alti prelati vaticani alle spalle di Papa Francesco e con la ricostruzione, effettuata dai pm, della rete di rapporti politici e istituzionali su cui potevano contare alcuni dei personaggi coinvolti. C'è un'informativa della Finanzia, in particolare, riportata nella richiesta d'arresto, in cui si parla della «accertata compenetrazione tra vertici della struttura e il potere politico», dei rapporti con autorità di governo, dirigenti ministeriali e pezzi grossi del Vaticano.

Intercettando Profiti i pm hanno scoperto che il manager della sanità intratteneva rapporti, oltre che con i due cardinali, con Giuseppe Galati, segretario della Commissione Bilancio della Camera, con lo stesso senatore Azzollini e con Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera. Ma c'è anche un fronte «ministeriale» che vede Profiti in contatto con l'allora sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti (che ha poi preso il posto di Graziano Delrio come sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e con Simonetta Moleti, vicecapo di Gabinetto dello stesso dicastero.

I magistrati parlano anche delle trattative che hanno preceduto la nomina di Bartolomeo Cozzoli a commissario straordinario della Congregazione Ancella Divina Provvidenza «tramite contatti diretti con i massimi dirigenti ministeriali e del governo operate da parte di Profiti ma anche di parlamentari», come Azzollini e Raffaele Di Gioia, eletto nel Pd. Scenari che per il gip non servono soltanto a ricostruire i giochi di potere ai vertici dell'ente, ma anche a far emergere fatti penalmente rilevanti.

Nel dicembre 2013, nello stesso periodo in cui Profiti chiamava Bertone per confermargli che con la legge di Stabilità erano arrivati i soldi in più da utilizzare per l'Idi, lo stesso Profiti parlando con Spina diceva di «aver fatto un giro con il centrosinistra». Profiti riferiva poi di una sua battuta in risposta alle obiezioni sullo stanziamento per il Bambin Gesù mentre mancavano i soldi per gli esodati. «Gli ho detto: «“Prima le donne e i bambini no? E poi gli anziani”».

Per la Procura non perché avesse realmente a cuore la causa dell'ospedale pediatrico ma perché voleva i finanziamenti per riacquistare l'Idi.

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